29/03/2022 di Redazione

Uno storage perfetto per lo studio di vulcani e terremoti

L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha adottato un sistema di archiviazione e backup basato su tecnologie di Qsan e Western Digital, ottenendo affidabilità, prestazioni e scalabilità.

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Uno storage molto performante e ad alta densità può essere un ottimo alleato per la ricerca e anche, indirettamente, per la sicurezza fisica delle persone. L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) porta avanti attività di ricerca nel campo della geofisica, geochimica, sismologia, vulcanologia e meteorologia. Svolge, inoltre, per la Protezione Civile attività di monitoraggio sul rischio sismico e sul rischio di eruzioni nel territorio italiano. Il dipartimento Roma 1 dell’Ingv, in particolare, porta avanti ricerca di base e ricerca applicata, dal laboratorio al campo, per le quali è necessario raccogliere e modellare grandi quantità di dati.  Il dipartimento aveva bisogno di consolidare il backup di diversi gruppi di ricerca e di risposta alle emergenze in un unico repository ad alta capacità, che potesse garantire l’archiviazione di una grande quantità di dati ma che fosse anche flessibile e semplice da usare, nonché compatibile con diversi protocolli di accesso e backup su cloud.

Il progetto, affidato a Storelink, è iniziato con un approfondimento del contesto operativo e degli obiettivi da raggiungere. Si voleva trovare “una soluzione di storage unificata flessibile, espandibile, affidabile e con costi compatibili con il progetto della Pubblica Amministrazione”, racconta Giovanni Fabbriconi, international sales manager di Storelink. “Dopo un'attenta valutazione delle possibili soluzioni, il progetto è stato presentato con la soluzione Qsan e Western Digital, che ha pienamente soddisfatto le aspettative del cliente”.


Si tratta di una soluzione combinata, che integra le tecnologie di due marchi legati da una consolidata partnership tecnologica: il sistema di archiviazione Qnas XN8024D XCubeNXT Unified Storage, ampliato dal sistema di dischi per lo storage ibrido (on-premise e cloud) Western Digital Ultrastar Data 60 Jbod (la sigla sta per Just a Bunch of Disks e indica una configurazione alternativa al Raid). “Questa soluzione congiunta”, spiega Simone Ceccano, sales manager Italia di Qsan, “offre buone prestazioni, è facile da scalare su richiesta senza utilizzare un numero eccessivo di unità rack e offre un'elevata affidabilità di archiviazione grazie all'architettura completamente ridondante. Inoltre, il supporto di un elevato numero di protocolli di accesso e la funzione di sincronizzazione cloud facilitano l'attività dell'ente nel consolidamento dei backup dei vari dipartimenti, garantendo allo stesso tempo un elevato livello di sicurezza grazie al sistema operativo Qsm, basato su Zfs”.


“La soluzione combinata di Qsan XCubeNXT e del nostro Ultrastar Data60 risponde perfettamente alle esigenze di stoccaggio di Ingv”, aggiunge Davide Villa, business development director Emeai di Western Digital, “perché offre la flessibilità di determinare la combinazione di HDD per bilanciare capacità, prestazioni e costi”. Il Jbod di Western Digital consente di gestire l’archiviazione in modalità software-defined e fornisce fino a 1,2 PB di storage raw utilizzando hard disk Smr da 20 TB in un fattore di forma compatto. Ulteriori vantaggi sono le tecnologie Silicon to Systems Design, tese a potenziare l'affidabilità e le prestazioni dello storage nel lungo termine: due di esse sono IsoVibe, che riduce il degrado delle prestazioni indotto dalle vibrazioni, e  ArticFlow, che evita il  surriscaldamento introducendo aria fredda nel sistema.

 Qsan XCubeNXT (in alto) e Western Digital Ultrastar Data60 

 

 

“Vediamo che le esigenze di archiviazione dei dati nella ricerca stanno crescendo in complessità”, sottolinea Villa. “È necessario bilanciare le varie esigenze: le necessità di oggi, le priorità di domani e un settore che si sta evolvendo nell’utilizzo dei dati e nel modo in cui li utilizza. È fondamentale selezionare soluzioni di storage che soddisfino i requisiti in termini di sicurezza, condivisione e conformità, ma che siano abbastanza flessibili da evolversi, così come accade per l’attività di ricerca”. 

Con questo progetto, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha realizzato il consolidamento del proprio sistema di backup per diversi gruppi di ricerca e di emergenza, in modo da garantire archiviazione dei dati ad alta densità, flessibilità e supporto a vari protocolli di accesso e backup su cloud. La soluzione soddisfa esigenze di “capacità, flessibilità e prestazioni, contenendo i costi”, sintetizza Ceccano. “Inoltre, Storelink, grazie alle sue competenze infrastrutturali di alto livello, è in grado di garantire il livello di supporto adatto alle funzionalità della struttura”. Visti gli esiti positivi di questa prima iniziativa, è stato successivamente creato un secondo sito di disaster recovery anch’esso basato sullo storage unificato di Qsan.  

 

 

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