02/03/2018 di Redazione

Vodafone moltiplica gli sforzi in direzione IoT

Partendo dalla propria Global Data Service Platform e dalla tecnologia Nb-IoT, il big delle telecomunicazioni ha intensificato gli sviluppi in direzioni come le auto connesse, i droni e un accordo con Arduino.

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Il mondo dell’Internet of Things è uno dei terreni sui quali Vodafone vuole consolidare la propria presenza anche nel nostro Paese e sfruttare quanto seminato con la ricerca e gli sviluppi tecnologici nel campo delle telecomunicazioni. A dimostrarlo ci sono una serie di novità rese note in questi ultimi giorni e riguardanti diversi ambiti di applicazione. La più recente riguarda una partnership con Lamborghini per far sì che, dal 2019, i clienti delle celeberrime auto di lusso possano fruire dell’infrastruttura di connettività e della rete IoT di Vodafone, che si estende in oltre 190 paesi nel mondo. Pochi giorni fa, invece, è stato annunciato l’inizio della sperimentazione del primo sistema al mondo per il controllo e la sicurezza del traffico dei droni. I test saranno realizzati con tecnologia IoT e supportano gli obiettivi dell'Agenzia europea per la sicurezza aerea (Easa), con la quale Vodafone ha collaborato.

Sempre in questo periodo, Vodafone ha avviato una collaborazione tecnologica, che si pone l’obiettivo di realizzare soluzioni commerciali congiunte, basate sulle schede Mkr appena introdotte sul mercato da Arduino e la tecnologia Narrowband-Internet of Things (Nb-IoT), che il carrier sta supportando nello sviluppo sul territorio iraliano. Di fatto, essa costituisce il perno dei piani di crescita per Vodafone nel mondo dell’Internet delle Cose, tant’è che nell’ottobre scorso è stato lanciato un piano di investimenti da oltre 10 milioni di euro per estendere la copertura all’intero territorio nazionale.

 

La scommessa della tecnologia Nb-IoT

Nb-IoT rappresenta un ulteriore passo verso l’introduzione delle reti di quinta generazione (5G) e la sua diffusione è partita con i principali comuni del Centro Sud per poi proseguire, dall’inizio di quest’anno, con i centri del Nord Italia e completare tutto entro marzo 2019. La tecnologia si può descrivere come una sorta di “banda stretta”, che permette di collegare senza fili e raggiungere moltissimi dispositivi, per loro funzione incaricati di trasmettere poche informazioni. La tipologia di frequenze utilizzate promette, fra l’altro, di ottimizzare il consumo di batterie, propagare il segnale fino ad aree remote e connettere un alto numero di device per cella.

L’impegno di Vodafone in campo IoT ha già portato al supporto di oltre 7,5 milioni di oggetti connessi in Italia (il dato risale a una misurazione di Agcom dell’aprile 2017) e fa leva sulla piattaforma Gdsp (Global Data Service Platform). Le applicazioni riguardano vari ambiti, come l’automotive, le smart cities, i trasporti, la sanità e la logistica. I piani di crescita coinvolgono anche la creazione di competence center per l’IoT e i Big Data in collaborazione con enti, amministrazioni e Università, anche allo scopo di sfruttare le opportunità collegate al piano Industria 4.0.

 

 

Fra le concretizzazioni più significative, si segnala Bitride, soluzione e applicazione per il nuovo bike sharing elettrico di Milano di Zehus, che verrà lanciato in aprile 2018. A questa se ne aggiungono altre con Piaggio, Pagani ed Enjoy in campo automotive, ma anche con Elica nelle cappe da cucina o con Illy nelle macchine per il caffè, oltre a soluzioni standardizzate nei settori delle smart cities & utilities e della sanità.

La crescita di tutto il comparto IoT è testimoniata dalla più recente edizione del Vodafone IoT Barometer, che evidenzia come la percentuale di aziende che hanno scelto di adottare la tecnologia sia passata dal 12% del 2013 al 29% del 2017. Attualmente il 12% dei nuovi utilizzatori dispone di almeno 10.000 dispositivi connessi, mentre la percentuale di nuovi utilizzatori con più di 50.000 dispositivi connessi è raddoppiata, passando dal 3% al 6%. Inoltre, il 46% dei nuovi utilizzatori ha integrato questa tecnologia ai propri sistemi centrali, come la pianificazione delle risorse di impresa. Guardando al futuro. Il 79% ritiene che nei prossimi cinque anni l’IoT avrà un impatto enorme (o comunque ragguardevole) sull’economia nel suo complesso.

 

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