Le aziende sono pronte all’idea di un’intelligenza artificiale totalmente autonoma, che pensa e agisce in libertà e senza alcuna supervisione umana? In poche lo sono, stando a un recente studio di Gartner, basato su 360 interviste a responsabili IT di altrettante aziende medie e grandi (da almeno 250 dipendenti) di nordamericane, europee e asiatiche (Asia Pacifico). Tra gli intervistati, solo il 15% ha detto di avere già in uso, di essere in fase di sperimentazione o di aver anche solo pianificato l’adozione di agenti AI totalmente autonomi.
Una percentuale piccola, che comunque non tradisce una mancanza di interesse sul tema e sulle potenzialità di una tecnologia ancora agli esordi. Basti guardare ai dati di un’altra società di analisti, MarketsandMarkets, anzi si tratta solo di stime ma molto ottimistiche: il mercato dell’Agentic AI quest’anno supererà i 7 miliardi di dollari di valore (7,06 miliardi), per poi esplodere e sfondare il tetto dei 93 miliardi di dollari (93,2 miliardi) nel 2032. La convergenza tra AI generativa, apprendimento automatico e piattaforme di orchestrazione alimenterà tale crescita.
Insomma, secondo gli analisti l’interesse c’è, ma per il momento la maggioranza delle aziende si orienta su sistemi di Agentic AI che prevedono un certo grado di intervento e supervisione umana. Tornando all’indagine di Gartner, si osserva che il 75% delle aziende medie e grandi ha già adottato gli agenti AI in una qualche forma (dai test pilota alle implementazioni vere e proprie) ma nella nella maggior parte dei casi si tratta di sistemi solo parzialmente autonomi.
Gli ostacoli da superare
Per adottare, di contro, sistemi totalmente autonomi esistono al momento alcuni ostacoli: dubbi sulla sicurezza delle soluzioni proposte dai vendor, difficoltà di governance sui progetti di AI, paure legate al rischio di “allucinazioni” e di altri esiti infausti dell’intelligenza artificiale, e ancora la sensazione che l’azienda non sia pronta per usare bene tecnologie di questo tipo.
Tra gli intervistati, solo il 19% ha fiducia “elevata” o “completa” nella capacità del vendor di garantire l’assenza di “allucinazioni” nei propri modelli e sistemi di intelligenza artificiale. Ben il 74% dei responsabili IT pensa che gli agenti AI possano essere sfruttati per lanciare attacchi informatici, e in pochi (appena il 13%) pensano di sapere fronteggiare adeguatamente tale rischio.
“L’hype che circonda l’intelligenza artificiale agentica continua a crescere”, ha dichiarato Max Goss, senior director analyst di Gartner, “mentre i vendor posizionano gli agenti AI nella prossima fase evolutiva, che affronterà le mancanze dei più tradizionali assistenti di GenAI. Il 75% dei rispondenti al sondaggio sta sperimentando o ha già distribuito agenti AI in una qualche forma, e tuttavia preoccupazioni riguardanti la governance, la maturità e la proliferazione incontrollata degli agenti continuano a ostacolare l’adozione di una vera agentic AI”.
Impatti e casi d’uso dell’Agentic AI
Ostacoli e timori a parte, quali sono davvero le potenzialità dell’Agentic AI nelle aziende, viste dal punto di vista dei professionisti IT? Il sondaggio di Gartner ci dice che l’impatto atteso è "significativo, ma forse non trasformativo”. Solo il 26% dei responsabili IT crede che gli agenti AI porteranno vere trasformazioni nella produttività sul lavoro, mentre il 53% pensa che avranno un “impatto significativo” e il 20% si aspetta vantaggi marginali. Tra le aree di attività più impattate ci saranno, secondo gli intervistati, gli analytics e la Business Intelligence, e dunque la capacità di trarre valore dai dati. A seguire, il servizio clienti e la produttività del personale.
D’altro canto un altro problema emerso, e strettamente connesso al tema dell’impatto, è il mancato allineamento tra gli obiettivi del reparto IT e quelli di manager e dirigenti: solo il 15% degli intervistati è “molto d’accordo” sul fatto che nelle iniziative sull’intelligenza artificiale tale allineamento sia stato raggiunto. “Per il successo dei progetti di AI”, ha proseguito Goss, “è cruciale un allineamento fra l’IT, il business e la leadership esecutiva in merito a quali problemi l’intelligenza possa risolvere e come misurarne il valore. In molte aziende, però, questo manca”.
Gli analisti di Gartner sottolineano che la maggior parte delle aziende sta usando gli agenti AI in modo un po’ generico, per obiettivi di incremento della produttività e per migliorare la collaborazione e i flussi di lavoro. Si può ottenere, però, un maggiore valore aggiunto e un buon allineamento tra obiettivi del business e dei reparti IT, quando il focus è sui casi d’uso verticali, relativi per esempio al servizio clienti, all’Erp e alle vendite. Potrebbe essere proprio questa la direzione giusta da seguire.