Modernizzazione dei sistemi informativi, sviluppi legati all’AI e automazione sono i trend portanti a livello infrastrutturale per le aziende e anche il terreno primario di attenzione per Red Hat. Lo ha ribadito il country manager Rodolfo Falcone durante la recente edizione italiana del Summit Connect, puntualizzando come si tratti di “tendenze che caratterizzeranno il futuro dei prossimi cinque anni, con settori trainanti come la Pubblica Amministrazione”.
Ma lo confermano anche i più recenti sviluppi tecnologici della società, a cominciare dalla fresca versione 9.5 di Red Hat Enterprise Linux (Rhel), che apporta numerosi aggiornamenti e miglioramenti che influiscono su quasi ogni aspetto delle operazioni e dei sistemi It. Nel pacchetto di oltre settanta migliorie, rientrano update indirizzati ad affrontare la crescente complessità delle infrastrutture moderne, la necessità di maggiore sicurezza nei carichi di lavoro di intelligenza artificiale e la richiesta di flussi di lavoro più efficienti per gli sviluppatori.
Gli elementi portanti della strategia si ritrovano anche nelle testimonianze di alcune aziende. Ad esempio, Francesco Zen, head of computer science di Leitha (gruppo Unipol), ha raccontato l’evoluzione di una realtà nata come laboratorio per la costruzione di applicazioni data intensive e oggi diventata un erogatore di soluzioni destinate alla produzione: “Per erogare in modo efficiente workload di AI, machine learning e analytics, abbiamo creato Pantopoda, una piattaforma di cluster Openshift con nodi Gpu, per fare in modo che i data scientist possano realizzare prototipi direttamente in produzione”. E se Alpitour World ha impostato prima il suo journey to cloud e oggi il percorso di adozione deii’AI sulle tecnologie di Red Hat, Fincantieri ha fatto leva su Ansible per standardizzare e ridurre il peso dell’errore umano nei processi di patcfhing e provisioning.
Gianni Anguilletti, regional director per l’area mediterranea di Red Hat
Per inquadrare l’evoluzione della società e ragionare su alcuni dei temi caldi del periodo, abbiamo incontrato il regional director per l’area mediterranea Gianni Anguilletti.
Di modernizzazione delle infrastrutture si parla da anni, ma per voi è ancora in cima ai trend da affrontare. Quali sono i passi che le aziende devono ancora compiere?
Sono stati compiuti passi da gigante su questo fronte negli ultimi anni. Ma viviamo ancora in piena app economy e, quindi, i processi di sviluppo di nuove applicazioni sono sempre più pesanti, non tanto per svecchiare quanto già implementato quanto per dotarsi di un backbone digitale a 360 gradi. Noi offriamo lo stack a supporto dei processi di gestione e integrazione della crescente massa di sviluppi da governare.
Ormai non vi proponete più come semplici fornitori di tecnologia, ma come trusted advisor. Il mercato vi percepisce realmente già oggi in questa nuova veste?
La comunità vuole soluzioni e non prodotti, quindi occorre saper identificare correttamente i problemi. In passato l’interlocutore era un membro della comunità open source, mentre oggi i clienti finali vogliono avere voce in capitolo. Saper ascoltare e indirizzare le scelte da effettuare è un valore da cogliere e mettere a frutto. La percezione è buona, ma i talenti non devono mai smettere di allenarsi. Ora puntiamo sulla verticalizzazione della nostra proposizione, per costruire, ad esempio, reference architecture e casi d’uso per specifici settori merceologici.
Sull’AI sono concentrati parecchi sforzi, Avete sposato la visione della vostra casa-madre Ibm, adottando la logica degli small language model di Granite e, inoltre, avete da poco acquisito Neural Magic. Quali applicazioni di GenAI state declinando nel vostro contesto e come, invece, supportate i vostri clienti impegnati a capire e poi declinare opportunità su questo fronte?
Nei prossimi tre anni Red Hat seguirà una strategia basata sull’espansine del portfolio tradizionale, basato su framework per lo sviluppo di applicazioni moderne, tecnologie per realizzare piattaforme aperte di cloud ibrido e automazione di infrastrutture It, al quale si affiancherà un filone più orientato a supportare i clienti verso l’AI era, Qui i pilastri saranno la disponibilità di strumenti per la creazione di AI-powered application con l’utilizzo di small language model, la personalizzazione di Openshift , ma non solo, per gestire i nuovi carichi di lavoro e l’integrazione diretta dell’AI nelle nostre proposte come Ansible Lightspeed, Openshift Lightspeed a breve, per arrivare a Rhel Lightspeed. Con questi strumenti vogliamo porci come trusted advisor per supportare i clienti nella scelta dela soluzione più efficace, non necessariamente legata alle nostre tecnologia, ma anche a ChatGpt o Copilot.
Come giudicate l’attuale scenario generato dall’acquisizione di VMware da parte di Broadcom e le relative inquietudini generate dall’aumento dei costi verso i clienti? In passato c’era collaborazione fra voi, e ora?
Ci ponevamo già come un’alternativa alla virtualizzazione e gli eventi recenti non hanno, quindi, generato un cambio si strategia, ma di enfasi sulla nostra proposta. La proposizione di un’evoluzione container-based è sempre stata parte integrante di Openshift, ma prima non la indicavamo come opposta a VMware soprattutto per non generare problemi ai clienti. Oggi, invece, la nostra tecnologia non viene proposta solo come motore dello sviluppo applicativo e della gestione dei dati, ma come vera alternativa alla virtualizzazione.