ll Data Fabric è, secondo molti vendor e osservatori del mercato, un’ottima risposta al noto problema della proliferazione dei dati: Di fronte alla loro crescente frammentazione ed eterogeneità, al moltiplicarsi delle fonti, dei formati e delle modalità di raccolta dei dati stessi, per le aziende diventano preziose quelle tecnologie che permettono di accedervi in modo semplice e tempestivo.
Il Data Fabric lo fa, in quanto architettura unificata su cui convergono dati generati da diverse fonti e processi. Secondo Precedence Research, nel 2023 il mercato delle tecnologie di data fabric ha totalizzato un valore di 2,1 miliardi di dollari e raggiungerà gli 8,9 miliardi nel 2032. Ancor più spinte le previsioni di Fortune Business Insight, che dai 2,29 miliardi di dollari conteggiati lo scorso anno si spingono fino a un’ipotesi di 12,91 miliardi per il 2032.
Quali vantaggi possono trarre le aziende dal Data Fabric e come dovrebbero affrontare il tema? Ce ne parla Andrea Zinno, data evangelist di Denodo.
Andrea Zinno, data evangelist di Denodo
“Secondo un recente studio di Fortune Business Insights, il mercato delle soluzioni basate sull’architettura del Data Fabric passerà da un valore di 2,29 miliardi di dollari del 2023 a 9,36 miliardi entro il 2030, con una crescita annuale stimata del 22,3%. Lo stesso studio sottolinea inoltre come la pandemia di Covid-19 sia stata il principale catalizzatore per la crescita di questa tecnologia. Secondo lo studio, è il Nord America a dominare in termini di quota di mercato, principalmente per il fatto che un gran numero di provider si trovano negli Stati Uniti (considerati pionieri nell’adozione del Data Fabric). I maggiori fattori che hanno favorito la diffusione di tale tecnologia in quest’area sono essenzialmente due: la presenza di grandi data center e l’incremento della raccolta di dati a partire da fonti non strutturate.
In Europa, le tecnologie basate sui Big Data si stanno sviluppando a un ritmo molto elevato, facendo spazio all’adozione di strumenti di integrazione e gestione dei dati sempre più sofisticati. L’utilizzo sempre maggiore di strumenti e reti elettronici, i progressi in ambito informatico e la digitalizzazione dei processi di produzione generano quotidianamente grandi volumi di dati che è necessario poter gestire in modo efficace.
I dati sono sempre più eterogenei, distribuiti e archiviati in silos che devono poi essere integrati in modo da poter soddisfare i diversi obiettivi aziendali. A tal fine, l'architettura del Data Fabric è la soluzione di integrazione e gestione dei dati che li rende più pratici e accessibili per supportare il processo decisionale.
Esistono due modi per realizzare un Data Fabric: l’integrazione fisica, in cui i dati sono preventivamente replicati nella destinazione dalla quale saranno poi utilizzati, oppure quella “logica”. Con un Data Fabric “logico”, sfruttando la virtualizzazione dei dati, essi vengono lasciati là dove originariamente si trovano per essere poi prelevati solo in caso di necessità.
Il Data Fabric logico permette quindi di ridurre i costi dello spostamento e dell’archiviazione dei dati per rispondere a un’esigenza specifica, in quanto si accede a tutti i dati tramite un unico punto d’ingresso virtualizzato. Grazie a questo sistema, si può inoltre ottenere una visione centralizzata dei dati aziendali, utile al fine di prendere decisioni davvero informate. Tale metodo contribuisce anche a migliorare la governance dei dati, in quanto ne potenzia la sicurezza fornendo un unico punto d’accesso e di controllo: in questo modo, l’azienda sa chi acceda a quali dati, quando e per quali scopi.
Inoltre, grazie al Data Fabric, è possibile accedere ai dati in tempo reale. In questo modo, oltre a consolidare i dati storici, gli utenti hanno a disposizione anche quelli più recenti. Questa forma di Data Fabric basata sulla virtualizzazione promuove, inoltre, il concetto di proprietà e di gestione dei dati, attribuendo una maggiore responsabilità per quelle informazioni aziendali a cui si è autorizzati ad accedere.
Dal punto di vista tecnologico, è essenziale che le aziende dispongano di un’architettura dati flessibile che offra una visione logicamente consolidata di tutti i dati aziendali. Un aspetto, questo, dimostratosi particolarmente cruciale durante la pandemia, quando molte aziende si sono rese conto che la loro architettura non era flessibile come avrebbero voluto. Grazie alla virtualizzazione dei dati, le aziende possono adottare un approccio più rapido per il consolidamento dei dati e per la loro delivery, in modo tale da rendersi più autonome”.