24/05/2024 di Roberto Bonino

La combinata cloud-AI delinea il tragitto strategico di Aws

Il Summit di Milano si è concentrato sulle prime applicazioni concrete di strumenti come Bedrock e Q, a supporto dei progetti, generativi e non, che le aziende hanno avviato o stanno studiando.

aws-summit-2024 9x5.jpg

L’AI generativa, il suo potenziale, i progetti avviati e quelli che potrebbero partire hanno connotato l’edizione 2024 dell’Aws Summit di Milano. Il vendor ha puntato l’attenzione sull’idea che l’innovazione, oggi, non possa che passare da ciò che i dati, i modelli di linguaggio e gli strumenti di intelligenza artificiale sono in grado di offrire, in combinazione con un’infrastruttura cloud come fattore abilitante, “deposito” di flussi e processi informativi, ma anche base di sfruttamento di servizi e semilavorati che possono velocizzare le decisioni di adozione delle aziende.

Un po’ di dinamismo ha investito anche l’Italia, dove una ricerca di Aws ha rilevato come il 23% delle imprese abbia adottato l’AI, con una crescita del 28% rispetto all’anno precedente: “A questo ritmo, avremo un mercato che nei prossimi anni potrà valere fino a 329 miliardi di euro”, ha indicato Julien Groues, general manager di Aws South Europe. “Però siamo ancora indietro, visto che in Europa il tasso medio di adozione è al 33%. Essere passati al cloud e aver definito una data strategy sono i passi iniziali fondamentali, ma poi ci vogliono anche competenze e partner che, come noi, possano offrire un’infrastruttura scalabile e opzioni per accedere a diversi foundation model, senza trascurare attenzione alla sicurezza e alla sostenibilità”.

Il Summit è stato caratterizzato dalla visibilità offerta alle tecnologie che Aws ha individuato come portanti per spingere le aziende ad adottare l’AI in cloud. Una di queste è Bedrock, un servizio che consente di creare e scalare applicazioni di AI, anche generativa, con il supporto di foundation model, come Titan, Mistral o Anthropic Claude. La tecnologia rende possibile personalizzare gli Llm in funzione delle specifiche necessità e dei dati a disposizione, anziché utilizzare modelli preconfezionati.

Un frame dell'intervento di Julien Groues, general manager di Aws South Europe all'Aws Summit 2024 di Milano

Un frame dell'intervento di Julien Groues, general manager di Aws South Europe all'Aws Summit 2024 di Milano

Non mancano esempi di aziende che hanno già fatto esperienza in quest’ambito. È il caso di Docebo, società che offre in modalità SaaS una piattaforma per il training online, giocoforza nativa digitale e cloud-based dalle origini. Tra gli sviluppi recenti, l’azienda ha creato un docente virtuale che può affiancare quelli umani e gestire in autonomia attività di coaching e simulazioni di situazioni-tipo (ad esempio una call di natura commerciale: “Bedrock ci aiuta a realizzare modelli personalizzati per i nostri clienti e a sfruttare i dati che derivano dalle interazioni per migliorare la soluzione, grazie all’ottimizzazione derivata dall’utilizzo di processi  di Retrieval-Augmented Generation”, ha spiegato Fabio Pirovano, chief product officer di Docebo. “Abbiamo impiegato solo due mesi per creare il primo scenario e ora siamo in grado di essere ancora più rapidi”.

Simile per cultura digital-native è l’esperienza di Multiversity, primaria realtà dell’education online, con 72 corsi di laurea e oltre 200mila studenti iscritti alle varie Pegaso, Mercatorum e San Raffaele Telematica: “Da quindici anni investiamo sulla nostra piattaforma proprietaria per migliorare i modelli didattici e l’interazione con gli studenti”, ha osservato il Cto dell’azienda, Fabio Guida. “Abbiamo già sviluppato un chatbot che funge da tutor virtuale per superare la comunicazione fin qui solo sincrona fra docenti e studenti. Questi ultimi possono rivolgere domande al chatbot, su temi e con modalità approvate dal professore, ottenendo una risposta completa quasi nel 100% dei casi. Ora stiamo utilizzando Bedrock per creare un nuovo assistente per gli studenti che abbiano problematiche di tipo tecnico o amministrativo e che, fin qui, potevano solo rivolgersi al call center. L’obiettivo è ridurre le chiamate del 50%”.

Un’altra tecnologia di punta per Aws, oggi, è Amazon Q, uno strumento similare al Copilot di Microsoft per applicazioni aziendali, che può essere utilizzato per conversare, risolvere problemi, generare contenuti, acquisire conoscenze e prendere decisioni collegandosi a repository di informazioni, codice, dati e sistemi aziendali: "Una volta connesso, Amazon Q inizia a indicizzare tutti i dati e i contenuti, apprendendo tutto ciò che c'è da sapere sull'azienda, compresa la comprensione dei concetti fondamentali, dei nomi dei prodotti, della struttura organizzativa e di tutti i dettagli che rendono unica l'azienda, oltre a indicizzare i dati provenienti da altre fonti", ha illustrato Becky Weiss, Vp distinguished engineer di Aws.

Le esigenze di innovazione delle aziende

Naturalmente, alla base di ogni sviluppo dell’azienda c’è l’ecosistema dei servizi in cloud e dei partner che li utilizzano per realizzare progetti. Come quello di modernizzazione completa messo in atto da Aria, società captive di servizi di Regione Lombardia: “Dal 2020 abbiamo avviato la migrazione dei nostri preesistenti quattro data center, ma anche di tutti quelli delle aziende sanitarie del territorio”, ha raccontato il general manager Lorenzo Gubian. “Il processo è ancora in corso, ma abbiamo potuto già sperimentare una riduzione del Tco del 40% e della latenza intorno al 30%, oltre a poter contare sui requisiti di ridondanza richiesti da Acn”.

L’innovazione in casa Iveco, invece, spinge molto in direzione della sostenibilità, con l’obiettivo di azzerare le emissioni di CO2 entro il 2040. Forte già oggi di un parco di 140mila veicoli connessi, l’azienda sta procedendo verso la guida autonoma e i software-defined vehicles, perché, come ha sottolineato il Cto e chief digital officer Marco Liccardo, “il concetto di sostenibilità non si limita solo ai consumi, ma include anche l’azzeramento dei fermi dei veicoli e degli incidenti sulle strade”. Per questo, oltre ad aver lavorato per prevedere in anticipo i possibili guasti, l’azienda sta offrendo diverse soluzioni di supporto alla guida degli autisti, come Driver Pal 3.0, un assistente integrato nel mezzo di trasporto che offre interazione n linguaggio naturale, controlla lo stato dei veicoli e fornisce consigli agli autisti sullo stile di guida e altre informazioni.

scopri altri contenuti su

ARTICOLI CORRELATI