11/07/2024 di Roberto Bonino

Xerox prova ad adattarsi alla nuova onda del lavoro

Non si stampa più come una volta e anche la presenza fisica è diventata una variabile. Per un classico produttore di stampanti, è giunto il tempo di cambiare modello. L’amministratore delegato italiano, Giacomo Noci, spiega come l’azienda intende coniugare tradizione, innovazione e sostenibilità.

Immagine generata dall'AI

Immagine generata dall'AI

Non sono tempi facili quelli che stanno vivendo i produttori di stampanti. Prima la diffusione delle strategie paperless nelle aziende e poi la digitalizzazione dei processi e l’universalizzazione del lavoro ibrido hanno destabilizzato il comparto. Ne è giocoforza consapevole una realtà storica come Xerox, che ha visto regredire il proprio giro d’affari e, di conseguenza, ha avviato un piano di trasformazione utile per riequilibrare i conti e concentrare gli investimenti nelle aree-chiave. Come comunicato all’inizio del 2024, questa evoluzione ha comportato anche un taglio pari al 15% dell’organico.

Giacomo Noci, amministratore delegato della filiale italiana, prova a inquadrare l’attuale scenario di mercato con il quale l’azienda deve confrontarsi: “La riduzione della quantità di documenti stampati è un dato di fatto e soprattutto le nuove generazioni hanno abitudini e priorità diverse rispetto al passato. Tuttavia, i volumi non stanno scendendo quanto si potrebbe pensare e le esigenze di gestione documentale sono sempre all’ordine del giorno. Per questo, intendiamo restare dove abbiamo costruito la nostra storia, focalizzarci sui prodotti, ma anche sui processi e su quanto ruota attorno alla circolazione dei documenti”.

Il ridisegno strategico dell’azienda prevede di dare priorità a tre settori principali, ovvero il core business della stampa, i servizi aziendali su scala globale, le tecnologie dell'informazione e il relativo supporto al digitale. Nell’ambito di questo riallineamento, a suo tempo era stata formulata la volontà di semplificare il portafoglio di prodotti, per allinearlo meglio alle esigenze dei clienti: “Già dieci anni fa, i nostri sistemi multifunzione integravano software per la gestione dei flussi di lavoro. Ci siamo evoluti nel tempo e ne è un esempio DocuShare Go, piattaforma in grado di automatizzare i metodi di organizzazione, condivisione, collaborazione e backup dei contenuti critici”, rimarca Noci.

Giacomo Noci, amministratore delegato di Xerox Italia

Giacomo Noci, amministratore delegato di Xerox Italia

D’altra parte, l’universo della stampa coperto da Xerox spazia dagli ambienti di ufficio alle arti grafiche e in ciascun caso ci sono dinamiche in corso che vanno colte: “Siamo posizionati sul B2B e lì intendiamo rimanere”, puntualizza Noci. “Alle aziende continuiamo a offrire una gamma completa di prodotti, tenendo conto delle tendenze in corso, per esempio del regresso delle stampe in formato A3 a vantaggio dell’universalizzazione dell’A4. Nella stampa professionale, abbiamo provveduto a concentrare la gamma e a mantenere un contatto diretto con i nostri clienti, privilegiando eventi interni che aiutino a capire come le macchine siano sempre più strumenti di comunicazione, piuttosto che partecipare a manifestazioni verticali come Drupa”.

I servizi sono sempre più una fonte di business complementare per Xerox. In questa categoria, rientra tutto ciò che coinvolge i flussi documentali nel loro insieme, ma anche la sicurezza e l’assistenza. I partner devono essere allineati a questa evoluzione: “Nel nostro ecosistema, sono presenti ancora classici rivenditori di prodotto”, ammette Noci. “Stiamo però producendo un grande sforzo di evangelizzazione per favorire un’evoluzione verso la capacità di risoluzione dei problemi e di accreditamento presso i clienti come service provider nel document management. In Italia, stiamo spingendo anche soluzioni innovative, come l’implementazione di totem o chioschi che integrano la stampa”.

Nello scenario della stampa, non si può non tener conto dell’influenza che l’attenzione verso la salute dell’ambiente sta avendo sulle abitudini delle persone, ormai sistematicamente invitate da policy interne e mail esterne a limitare l’uso di carta: “Il cambiamento si può subire o cavalcare e noi abbiamo scelto la seconda via”, afferma deciso Noci. “L’idea di aziende totalmente paperless appare ancora prematura, per ragioni generazionali o presenza di specifiche esigenze, ma la tendenza è chiara. Infatti, entro il 2026 abbiamo l’obiettivo di ricavare il 30% del nostro business da servizi non legati alla stampa. Fra questi, anche i bot basati su Rpa e l’AI, per aiutare le aziende ad automatizzare processi documentali, anche verticalizzati per aree funzionali come il marketing, l’amministrazione, la gestione delle risorse umane o il finance”.

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