18/09/2024 di Roberto Bonino

Multicloud e AI al centro degli sviluppi di Oracle

L’edizione 2024 di Cloudworld è servita per dare enfasi all’integrazione di Oci nei data center di tutti i principali hyperscaler, a seguito dell’accordo siglato con Aws. L’intelligenza artificiale va a rafforzare la sicurezza e le applicazioni.

Il Ceo di Oracle, Larryb Ellison, in apertura di Cloudworld 2024

Il Ceo di Oracle, Larryb Ellison, in apertura di Cloudworld 2024

Si è appena concluso l’Oracle Cloudworld a Las Vegas, ma in omaggio ai vecchi tempi si sarebbe potuto chiamare Openworld. La battuta è di Andrea Sinopoli, cloud technology leader per l’Italia, che ha così sintetizzato una parte dei contenuti innovativi emersi nella kermesse di Las Vegas: “Il nostro obiettivo è mettere a disposizione dei clienti dati, applicazioni e istanze in qualsiasi contesto infrastrutturale. Per questo, la nostra Oci (Oracle Cloud Infrastructure, ndr) non funziona solo nel nostro ambiente proprietario, ma ormai è disponibile nei data center di tutti i principali hyperscaler”.

Una delle novità salienti di Cloudworld 2024, infatti, è stato l’annuncio della partnership con Aws, messa a punto per fare in modo che i clienti del cloud provider possano accedere a istanze di Oracle Autonomous Database o Exadata direttamente nel loro ambiente Aws, con fatturazione, supporto e amministrazione database unificati. Gli utenti avranno, inoltre, la possibilità di trasferire dati tra i loro database Oracle e le applicazioni in esecuzione su Amazon Elastic Compute Cloud (Ec2), i servizi di analisi, di intelligenza artificiale e machine learning di Aws, incluso Bedrock.

Con questo accordo, Oracle completa la definizione di partnership con i principali fornitori di servizi cloud. L’opera era iniziata nel settembre 2023 con la piattaforma Azure di Microsoft ed è poi proseguita con Google Cloud lo scorso giugno. In Italia, Db @Azure in Italia sarà rilasciato a breve nella cloud region di Microsoft, mentre per le due di Google (Milano e Torino) occorrerà attendere almeno un altro anno. Per quanto riguarda Aws, si prevede che i servizi saranno operativi a partire dagli Usa prima della fine del 2024.

Da sinidstra: Giovanni Ravasio, Mario Nicosia, Andrea Sinopoli e Michele Porcu (Oracla)

Da sinidstra: Giovanni Ravasio, Mario Nicosia, Andrea Sinopoli e Michele Porcu (Oracla)

Cosa leggere dietro questa strategia? Di certo, Oracle si è resa conto di non poter offrire solo la propria infrastruttura cloud in risposta alle richieste di clienti (soprattutto grandi e medie imprese) orientate in larga misura al multicloud. Quindi, Maometto è andato alla montagna (o viceversa, dipende dai punti di vista) e Oci è ora entrata nelle case dei principali hyperscaler, in modo tale da preservare sviluppi, processi e relativa orchestrazione. L’apertura si sposa, poi, con l’idea di capillarità rappresentata dal varo di regioni ormai disponibili in diverse aree del mondo, Italia compresa. Nella stessa logica rientra la nuova disponibilità della Dedicated Region Cloud@Custòmer 25 (nome in codice Butterfly, più facile anche da ricordare), una soluzione compatta che garantisce piena funzionalità cloud in spazi piccoli quanto tre rack: “La capacità di adattare un'intera regione cloud in uno spazio ridotto è un risultato degno di nota”, ha rimarcato Sinopoli. “Questa svolta affronta le esigenze critiche di bassa latenza e sovranità dei dati, ampliando potenzialmente l'implementazione cloud in settori anche con rigidi requisiti normativi o operazioni remote. In questo modo, rimarchiamo la nostra idea di portare il cloud a qualunque realtà, alle condizioni più adatte, potendo ospitare istanze e processi sul nostro cloud pubblico, su quello degli hyperscaler o portando l’infrastruttura direttamente nei data center dei clienti, con la modalità Cloud@Customer”.

L’altro grande tema dell’evento americano non poteva che riguardare l’intelligenza artificiale, che Oracle ha declinato soprattutto in direzione della sicurezza e del potenziamento delle applicazioni.

Sul primo fronte. l’AI può aiutare a ridurre gli errori con l’estensione universale della logica “autonomous” a tutte le applicazioni SaaS (che avverrà entro il 2025) o sulla generazione non semplicemente di codice sicuro, ma della logica applicativa che si nasconde dietro il dato. Ma le vere novità riguardano da un lato la volontà di eliminare le password per l’accesso, attraverso l’utilizzo della biometria e dall’altro una più efficace protezione della rete: “Qui si innesta l’innovazione di Zero Trust Pack Routing”, ha illustrato Mario Nicosia, technology software country leader di Oracle Italia. “Con questo servizio, integrato in Oci, riusciamo a separare efficacemente la configurazione dalla sicurezza di rete. La maggior parte delle organizzazioni offre soluzioni che affrontano contemporaneamente questi due aspetti e questo significa che gli errori commessi in qualsiasi punto del processo potrebbero avere un impatto più ampio sull'ecosistema e un'esposizione maggiore al rischio. La nostra soluzione mira a stabilire una netta distinzione tra sicurezza e architettura, in modo che le aziende possano applicare policy specifiche anche a livello di rete”.

Per quanto riguarda le applicazioni, l’AI va a concentrarsi sul rafforzamento della suite Fusion: “Oggi disponiamo di oltre cento funzionalità di intelligenza artificiale implementate nella nostra soluzione”, ha fatto notate Giovanni Ravasio, cloud applications Vp & country leader di Oracle Italy & Iberia. “Siamo partiti lo scorso anno con una cinquantina di feature puntuali, istruite però su dati generalisti, ne abbiamo poi aggiunto altre, che iniziavano a tener conto del contesto applicativo, mentre oggi stiamo lavorando sulla produzione di risultati basati sul ragionamento. L’obiettivo è fornire risposte mirate su filoni come la gestione della supplu chain, il procurement e simili, facendo sì che le persone disegnino processi poi guidati direttamente dall’AI”.

Di fatto, ce nìè per tutti i gusti, da Fusion Hcm arricchita con Dynamic Skills (monitoraggio delle esigenze di competenze attuali e future all'interno di un'azienda) agli agenti specializzati nella supply chain, da Fusion Cloud Cx con l’AI indirizzata all’incrocio fra diversi tipi di dati storici su clienti ed elementi finanziati fino a declinazioni verticali, ad esempio per la sanità.

La strategia di Oracle prevede di fornire l'intelligenza artificiale come parte integrante delle applicazioni, senza trasferirne i costi ai clienti: “Anziché concentrarci su modelli di intelligenza artificiale autonomi, stiamo integrando l’AI nell'intero stack applicativo”, ha commentato Michele Porcu, Vp business value services & strategy Emea di Oracle. “Così vogliamo essere maggiormente in linea con le esigenze dei clienti aziendali alla ricerca di soluzioni pratiche e integrate”.

 

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