Oggi per molte aziende è importante pensare al Product Information Management. Che cos’è, e perché le aziende dovrebbero interessarsene? In molti contesti i dati, la loro quantità, i formati e le diverse fonti, continuano a moltiplicarsi. La loro buona gestione è cruciale specie per quelle aziende che sviluppano e vendono prodotti o servizi attraverso processi di produzione, logistica, marketing e vendita sempre più complessi. Ne abbiamo parlato con Vincenzo Quarta, project manager di Axiante.
Che cos’è il Product Information Management e perché è diventato un tema importante per le aziende?
Il Product Information Management è, letteralmente, la gestione delle informazioni relative ai prodotti. Oggi in tutti i settori i dati che riguardano i prodotti sono numerosi ed eterogenei. Industria agroalimentare, abbigliamento, elettronica e via dicendo: i beni di consumo sono descritti da molti elementi che ne definiscono le caratteristiche, il modo in cui sono stati prodotti, le materie prime e la loro provenienza, gli spostamenti lungo la catena logistica e, ancora, le vendite e i feedback dei clienti. Questi dati di natura e origine diversa spesso si sovrappongono a quelli degli Erp o del marketing o agli open data geografici e demografici. I dati relativi ai prodotti vengono “usati” da diversi ruoli e processi, e ogni dipartimento ha spesso i propri criteri di classificazione differenti da quelli di altri. E il quadro si complica se l’azienda si appoggia a diversi fornitori o se opera in vari mercati nazionali. Ancora oggi Excel è spesso lo strumento usato per gestire le informazioni relative ai prodotti, ma è inadeguato rispetto alle complessità descritte.
Una cattiva gestione dei prodotti può avere effetti negativi sulle vendite, sul time-to-market, sulla soddisfazione dei clienti e, in ultima analisi, sul fatturato. Pensiamo al caso di un cliente che acquisti un articolo dopo aver letto sul sito Web dell’azienda una descrizione non accurata: potrebbe lasciare una recensione negativa o chiedere un reso o smettere di comprare da quell’azienda. Gartner prevede che la scarsa qualità dei dati costi alle aziende quasi 13 milioni di dollari l’anno a livello globale. Da qui l’esigenza del Product Information Management, un approccio che serve a risolvere alcuni problemi legati alla gestione delle informazioni sul prodotto, per esempio attributi e classificazione.
Quali sono i principali vantaggi?
Il primo è quello di ottenere un’unica versione delle informazioni che solitamente nelle aziende sono disperse su più aree di business, e non sono omogenee. Inoltre il Product Information Management può gestire le questioni di tassonomia e anche la multicanalità, consentendo alle aziende di relazionarsi con i clienti e di vendere su più canali, senza discrepanze nella presentazione dei prodotti, nella scontistica e via dicendo. D’altro canto in moltissimi ambiti i clienti si aspettano di poter usare allo stesso modo un Pc o uno smartphone per fare shopping o per fare la spesa. Il Pim, quindi, fornisce delle automazioni che consentono di estrarre informazioni e distribuirle rapidamente verso i vari canali in modo ottimizzato (per esempio, regolando il peso dei file di immagine o video a seconda della destinazione, su sito Web tradizionale o sito mobile o app) e anche, volendo, con diverse declinazioni grazie a capacità di traduzione linguistica automatica.
La possibilità di avere un single pane of glass genera a cascata diversi altri vantaggi, tra cui la riduzione del lavoro manuale di manutenzione dei dati, la maggiore velocità di esecuzione e quindi l’accorciamento del time-to-market, e ancora la possibilità di offrire una migliore customer experience. Inoltre, le soluzioni di Pim possono aiutare a incrementare l'efficienza operativa del 75%, grazie all’accesso ai dati più semplice e centralizzato e alla migliore collaborazione tra i vari dipartimenti aziendali.
Vincenzo Quarta, project manager di Axiante
Quali aziende possono beneficiarne?
L’adozione del Product Information Management è trasversale ai settori di mercato ed è utile nel B2B e nel B2C, non ci sono particolari ambiti privilegiati. Dalla grande distribuzione all’industria,. , oggi sono molti i contesti caratterizzati dalla moltiplicazione dei dati e delle loro fonti., Le realtà che operano con una supply chain complessa e quelle che lavorano anche su mercati esteri possono avere necessità particolarmente marcate. In generale, tutte le aziende che riscontrano problemi nella gestione della tassonomia e nella gestione della multicanalità, e che vogliono ottimizzare questi aspetti, sono destinatarie ideali di una soluzione Pim. Esistono poi realtà in cui la velocità dell’automazione è fondamentale, e pensiamo a chi vende prodotti stagionali o che cambiano periodicamente anche semplicemente per la modifica di packaging per esigenze di marketing: la loro rapida classificazione è necessaria per lanciare un prodotto sul mercato tempestivamente.
Quali elementi caratterizzano una soluzione Pim efficace?
Noi di Axiante non siamo legati a una soluzione sola bensì cerchiamo di avere una visione più ampia, globale, sul mercato, e individuare di volta in volta lo strumento più idoneo per il cliente. Alcune piattaforme funzionano meglio sulla parte di gestione della tassonomia, altre sono più indicate per la multimedialità. Una delle caratteristiche chiave di una buona soluzione Pim, oltre alla semplicità d’uso, è la capacità di importare i dati in modo automatizzato da altri sistemi e catalogarli, creando inoltre report di monitoraggio sulla qualità del dato. Ogni utente deve poter vedere i report che competono alla propria funzione.
Come si realizza un progetto Pim di successo?
L’implementazione di un Pim non ha una metodologia standard e replicabile integralmente. L’approccio da scegliere nella sua implementazione è ritagliato sulla necessità della specifica azienda. Bisogna capire innanzitutto quale prodotto Pim sia più adatto, considerando il contesto e la principale motivazione d’uso. Inoltre bisogna valutare preliminarmente quali siano, in azienda, le maggiori esigenze di gestione delle informazioni e i problemi da risolvere: per fare ciò, è utile coinvolgere nel progetto innanzitutto i ruoli più interessati, le persone che ogni giorno interagiscono con i dati sui prodotti. Nell’implementazione si parte, poi, dal soddisfare innanzitutto le esigenze di queste figure per cui la gestione dei dati è critica, e che sono le più motivate ad apprendere l’uso di un nuovo strumento informatico. Questo permette di creare un circolo virtuoso, poiché i primi coinvolti nell’onboarding faranno da traino per gli altri. Qui sta la chiave del successo di un progetto di Product Information Management: non l’adozione della tecnologia in sé, ma il suo concreto utilizzo nel tempo da parte degli utenti aziendali.