Il cloud privato e l’intelligenza artificiale portata dentro alle infrastrutture IT aziendali (siano esse on-premise o nel cloud privato) sono due tra le priorità di Dell Technologies, come dimostrano gli ultimi annunci di prodotto snocciolati. Per quanto riguarda il primo ambito, ci sono una serie di novità riguardanti Dell Private Cloud, ovvero l’infrastruttura disaggregata di Dell, che raggruppa elementi hardware come rete, archiviazione ed elaborazione in pool di risorse.
Più precisamente, Dell Private Cloud viene fornito attraverso la piattaforma Dell Automation, con opzioni di implementazione on-premise e SaaS. I clienti possono automatizzare, scalare e gestire il proprio cloud privato con i sistemi operativi già in uso e con l'infrastruttura disaggregata di Dell, tra cui i sistemi di storage PowerStore, PowerFlex e PowerMax. La soluzione si integra con Dell NativeEdge (per la gestione degli ambienti edge) e con Dell AIOps (per le operazioni di rete basate su intelligenza artificiale). Le evoluzioni introdotte, ha spiegato l’azienda, mirano ad “aiutare i clienti a gestire i workload tradizionali e moderni con maggiore velocità, efficienza e sicurezza”, oltre che tenendo sotto controllo i costi. In parole più semplici, per aiutare i clienti a ”creare cloud privati più intelligenti, veloci e sicuri”.
Attualmente Dell Private Cloud è già disponibile con il supporto per VMware vSphere e Red Hat OpenShift. Una prima novità riguarda l’integrazione, prevista nella primavera del 2026, tra Dell PowerStore e Nutanix Cloud Platform, un ampliamento del supporto che darà maggiore ai clienti libertà di scelta e flessibilità nella gestione dei propri data center.
Le novità di backup e cyber difesa
Non mancano novità per il backup e la difesa cyber, ovvero le appliance Dell PowerProtect, che “forniscono una solida cyber resilience con sicurezza avanzata, gestione centralizzata e soluzioni scalabili per workload moderni”, ha spiegato l’azienda. Oltre a integrarsi nativamente con Dell PowerStore e PowerMax, questi sistemi funzionano su software di Dell e di terze parti.
Le innovazioni introdotte permettono di ridurre la superficie di attacco e di velocizzare il rilevamento, la risposta e il ripristino. Un nuovo modello entry-level è PowerProtect Data Domain DD3410, una soluzione compatta pensata per uffici remoti e contesti di piccole dimensioni, e che tuttavia garantisce una “sicurezza di livello enterprise”, afferma Dell. La capacità effettiva può scalare da 8 a 32 terabyte. La novità di fascia alta è invece PowerProtect Data Manager Appliance, soluzione software-defined con funzionalità di rilevamento delle anomalie, immutabilità e integrità dei dati.
Storage, novità per PowerStore, PowerMax e PowerFlex
Ha già debuttato, invece, nella gamma dei sistemi PowerStore un nuovo modello con supporto per unità SSD di tipo QLC (Quad-Level Cell), caratterizzati da maggiore densità e inferiore costo per GB rispetto ai dischi a stato solido TLC (Triple-Layer Cell). A detta di Dell, con la tecnologia QLC le prestazioni migliorano del 25%, mentre le funzionalità di ripristino automatico riducono fino al 90% i tempi di risoluzione dei problemi. La capacità possibile varia da 122 TB a 8,8 PB per array e arriva fino a 25 PBe per cluster.
Il supporto per gli SSD di tipo QLC debutta anche sul sistema PowerMax 2500, indicato per gestire workload impegnativi e mission-critical. Si parte delle singole unità da 122 TB di capacità, per arrivare a 8,8 PB per array. Nella serie PowerMax, altre novità sono gli aggiornamenti quasi istantanei (che si applicano in un click e in sei secondi) e funzionalità di sicurezza come il Single Sign-On con Microsoft Entra ID e gli avvisi email crittografati.
Altro annuncio è
Dell PowerFlex Ultra, una infrastruttura per lo storage software-defined che promette maggiore efficienza nella memorizzazione dei dati e un
livello di uptime a “nove nove” (cioè 99,9999999%), il tutto a fronte di “costi ridotti”. Un elemento innovativo è il “motore di disponibilità scalabile”, lo
Scalable Availability Engine, basato su un'architettura nativa a blocchi, completamente distribuita e con codifica di cancellazione. Una tecnologia che, a spiega Dell, migliora l’efficienza (fino all'80%, con una riduzione di oltre il 50% dell'ingombro fisico dello storage) e la scalabilità dello storage. Migliora, inoltre, la disponibilità dei dati e la resilienza dello storage, grazie alla capacità di sostenere fino a due interruzioni di nodi simultanee.
Un PowerEdge ad hoc per l'intelligenza artificiale
Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale, l’annuncio di Intel è la nuova configurazione del server PowerEdge XE7740, con supporto all’acceleratore AI Intel Gaudi 3 in formato scheda PCIe. Si tratta, rimarca Dell, della prima configurazione server integrata con il nuovo acceleratore mai proposta sul mercato.
PowerEdge XE7740 può ospitare fino a otto acceleratori a doppia larghezza o PCIe. Una caratteristica da sottolineare è il bridging da acceleratore ad acceleratore, importante per far funzionare o addestrare i Large Language Model di maggiori dimensioni. Il server prevede un throughput combinato di 1.200 GBps per la comunicazione da acceleratore ad acceleratore su 18 interfacce 200GbE utilizzando Remate Direct Memory Access (RDMA) su Converged Ethernet (RoCE v2). Il rapporto acceleratore/interfaccia di rete (NIC- Network Interface Card) può essere anche di 1:1, grazie agli otto slot PCIe a piena altezza e al modulo di rete OCP integrato. Integrandosi con le infrastrutture esistenti nel data center, PowerEdge XE7740 aiuta a superare i limiti di potenza per rack che, attualmente, ostacolano alcuni progetti e implementazioni di intelligenza artificiale.
Tra i casi d’uso suggeriti da Dell ci sono l’inferenza e il fine-tuning di Large Language Model (LLM) di grandi dimensioni, le applicazioni di AI multimodali (come il riconoscimento vocale e il riconoscimento immagini), gli analytics su dati sanitari, il rilevamento delle frodi e la mitigazione dei rischi nei servizi finanziari, i motori di raccomandazione e personalizzazione dell’e-commerce.