04/12/2023 di Roberto Bonino

Di AI si parla tanto, ma ancora non c’è strategia nelle aziende

In base all’AI Readiness Index di Cisco, in Italia solo l’8% delle organizzazioni appare pronto a sfruttare concretamente il potenziale della tecnologia oggi a disposizione. L’amministratore delegato Gianmatteo Manghi pone l’accento anche sull’utilizzo etico e sulle competenze.

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All’indomani del primo anniversario dell’uscita di ChatGpt, le imprese e gli analisti stanno moltiplicando gli studi e i sondaggi intorno ai possibili sviluppi sul fronte dell’intelligenza artificiale. Qualche dato aggiornato arriva da Cisco, che ha analizzato il livello di preparazione delle aziende in trenta paesi, compresa l’Italia. L’AI Readiness Index ha esaminato come si stia affrontando il salto tecnologico dal punto di vista delle strategie, delle infrastrutture, della gestione dei dati, della governance, delle competenze e della cultura aziendale.

Le principali conclusioni non offrono clamorose sorprese (non lo è certo il senso di urgenza espresso dal 97% complessivo e legato alla tendenza degli ultimi sei mesi), ma possono quantomeno inquietare. A maggior ragione se ci si concentra sulle duecento aziende censite in Italia. Appare, infatti, che sol l’8% appartiene al plotone di testa e si considera pronto a utilizzare e implementare l’AI. Tuttavia, il 94% ha indicato di avere già approntato o in via di sviluppo una strategia definita e il 31% (sopra la media globale del 28%) viene descritto come “pacesetter”, ovvero ben posizionato nella direzione corretta.

Le note si fanno più dolenti se si esamina il livello di adeguatezza infrastrutturale richiesto dagli sviluppi dell’AI. Qui le aziende italiane espongono una media di adeguatezza inferiore alla media (11% contro 13% fra i pacesetter, ma soprattutto 18% contro 8% di realtà oggi ancora al palo). Il dato appare basso anche se esaminato a livello globale e si denunciano, in modo particolare, carenze di scalabilità e difficoltà a procurarsi le Gpu.

Gianmatteo Manghi, amministratore delegato di Cisco Italia

Gianmatteo Manghi, amministratore delegato di Cisco Italia

Non va meglio, anzi, se si considera la qualità dei dati, indispensabile per poter impostare progetti di AI che restituiscano risultati utili. Il 27% delle realtà nazionali si ritiene del tutto impreparata (il 17% nel mondo) e l’82% lamenta problemi di integrazione e frammentazione. A questo corrisponde una governance ancora tutta da costruire, con un 23% posizionato al livello più basso (è l’11% su scala globale).

Dal punto di vista delle competenze necessarie per affrontare la nuova fase imposta dall’intelligenza artificiale, in Italia il 94% ha indicato di aver investito soprattutto nel reskilling, alla luce della difficoltà di reperire giovani talenti già correttamente formati. Da noi, come nel mondo, sembra però che top manager e membri dei consigli di amministrazione siano più consapevoli e pronti al cambiamento. Tuttavia, sembra esserci una buona disposizione all’accettazione culturale dei cambiamenti che si stanno concretizzando.

Commentando i risultati dello studio, Gianmatteo Manghi, amministratore delegato di Cisco, ha posto l’accento non solo su quanto l’azienda sta facendo in termini di aggiornamento dell’offerta, ma anche sulle applicazioni concrete e sulla necessità che il cambiamento sia guidato anche dalla corretta etica; “Tutti saremo in qualche modo toccati ed è opportuno stabilire da subito come l’AI vada applicata. I nostri principi sono pubblici e li applichiamo anche nei rapporti con i clienti. Abbiamo molti esempi già realizzati, dal telecontrollo della funivia Celoria in Val d’Aosta alla gestione della distribuzione del gas con Snam”.

Di particolare rilievo il progetto di realizzazione di una Maserati a guida autonoma, che ha percorso un tratto della Mille Miglia 2023 e si è posta l’obiettivo di completare integralmente la prossima edizione. Si tratta di un’iniziativa nata all’interno del Politecnico di Milano, alla quale Cisco ha contribuito con la propria tecnologia di rete: “Per pensare a una diffusione in scala dell’elettrificazione, la strada degli autonomous vehicles appare oggi la più efficace”, ha indicato Sergio Matteo Savaresi, docente e responsabile del progetto. “La sperimentazione e la tecnologia associata servono proprio per preparare il terreno ai robotaxi, che dovrebbero ridefinire la mobilità del futuro, sempre che si superino preconcetti e resistenze ancora oggi molto forti”.

La Maserati a guida autonoma che ha partecipato alle Mille Miglia 2023

La Maserati a guida autonoma che ha partecipato alle Mille Miglia 2023

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