22/02/2023 di Redazione

Didattica in realtà virtuale immersiva per le scienze radiologiche

Fondazione Sirm ha sviluppato con il sensore EOS VR e la piattaforma di imaging di Canon un sistema che può favorire l’apprendimento in campo medico.

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La realtà virtuale non è solo una tecnologia al servizio dell’intrattenimento e del marketing, ma può anche servire per lo studio in ambito medico. Ne è esempio il progetto realizzato da Fondazione Sirm, associazione finalizzata a contribuire al progresso delle scienze radiologiche diagnostiche, interventistiche e, più in generale, terapeutiche, nonché alla promozione della ricerca scientifica in questi ambiti. Insieme a Canon ha realizzato un sistema di realtà virtuale immersivo con l’obiettivo di favorire l’apprendimento in campo medico.

Si tratta di una “nuova sperimentazione didattica in grado di affascinare i più giovani, che hanno notevole dimestichezza con le tecnologie più moderne e dunque, attraverso una formazione più coinvolgente, possono beneficiare di un percorso più rapido di apprendimento delle tecniche professionali nei rispettivi ambiti di specializzazione”, ha spiegato il presidente della fondazione, Roberto Grassi.

La realtà virtuale non è solo una tecnologia attraente per i nativi digitali, ma arriva anche dove altri metodi di apprendimento non arrivano. Alcune nozioni in radiologia sono difficili da comprendere, complicate dalla geometria degli esami strumentali e dei referti: per esempio, indagini come la Tac di solito creano immagini sul piano assiale, mentre un’ecografia (dipendendo dall’operatore che orienta e sposta la sonda) crea immagini in piani non più solo assiali, insoliti e infiniti. Anziché limitarsi a studiare un’immagine, con in testa dei visori VR gli studenti si rendono conto di come un operatore si sta muovendo e di come vengono acquisiti i piani. 

Grazie all’evoluzione tecnologica, e quindi all’introduzione della realtà virtuale, crediamo che la nostra potenzialità in campo clinico e didattico sia sempre più in ascesa”, ha affermato Vito Cantisani, presidente della sezione ecografia di Fondazione Sirm.

La fondazione ha scelto di utilizzare le tecnologie di Canon, un’azienda pioniera nel campo della realtà virtuale: aveva, infatti, presentato il suo primo visore già nel 2015. Dall’evoluzione di quella tecnologia è poi nato,  nel 2021, il sensore EOS VR, basato su un sistema ottico con obiettivo RF 5.2mm F2.8 L Dual Fisheye, che consente di realizzare contenuti VR a 180° utilizzando una fotocamera EOS full frame compatibile (come le  mirrorless EOS R5 ed EOS R5C con sensore 8K).

 

Da sinistra, Simone Cavalcoli (Pro Sector & Industries Business Development Manager di Canon Italia), Roberto Grassi (presidente di Fondazione Sirm, (Vito Cantisani (presidente sezione ecografia Sirm) e Alex Dell’Era (responsabile marketing di Canon Medical Systems)

 

Il sistema realizzato mette insieme le fotocamere con sensore EOS VR e la piattaforma ecografica a ultrasuoni Aplio i-series Prism Edition, lanciata dalla divisione Medical System di Canon. La serie i di Aplio ha debuttato nel 2016 e da allora  stata adottata in campo medico per diverse applicazioni cliniche, tra cui indagini sulle donne in gravidanza, valutazioni su lesioni muscoloscheletriche, studio delle malattie del fegato e imaging ecocardiografico. La variante “Prism Edition” di questa tecnologia, lanciata nel 2021, ha una maggiore potenza e velocità di elaborazione, produce immagini più dettagliate e può sfruttare funzioni di intelligenza artificiale che automatizzano alcune misurazioni di routine.

Gli studenti fruiscono i contenuti tramite visori di realtà virtuale. “Si tratta di una tecnologia immersiva in grado di creare esperienze uniche e coinvolgenti che possono avere tantissime modalità di impiego, come il caso dell’applicazione nata dalla collaborazione tra Canon Medical e Fondazione Sirm, che è centro di eccellenza italiana in ambito radiodiagnostico e interventistico”, ha commentato Simone Cavalcoli, pro sector & industries business development manager di Canon Italia.

 

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