La corsa all’intelligenza artificiale sta creando le premesse per una nuova crisi energetica, che impatterà notevolmente sull’industria dei data center e sulla loro concreta possibilità di operare. A dirlo, tra gli altri, è Gartner, con un nuovo report che stima le dimensioni del fenomeno: secondo gli analisti, entro il 2027 il 40% dei data center (tra quelli attualmente esistenti) avrà problemi di carenza energetica che limiteranno le loro attività.
In sostanza, la disponibilità di energia detterà legge nell’industria dei data center, limitando concretamente la possibilità di erogare servizi (o di farlo in modo profittevole). “La crescita esplosiva di nuovi data center hyperscale tesa a implementare la GenAI sta creando una insaziabile domanda di energia che supererà l’abilità delle utility di espandere la propria capacità abbastanza rapidamente”, ha detto Bob Johnson, vice president analyst di Gartner. “Di riflesso, ciò minaccia di turbare la disponibilità di energia e di creare delle carenze, che a partire dal 2026 limiteranno la crescita di nuovi data center per la GenAI e per altri utilizzi”.
In base alle stime di Gartner, per consentire ai data center di far funzionare i propri server ottimizzati per carichi di lavoro AI nel 2023 sono stati usati 195 terawattora, mentre quest’anno l’energia incrementale attribuibile ai calcoli di intelligenza artificiale sarà pari a 261 TWh. Si salirà poi a 335 TWh l’anno prossimo, a 401 nel 2026 e poi, con notevole incremento, a 500 terawattora nel 2027.
“Si stanno pianificando nuovi e più grandi data center per gestire l’enorme quantità di dati necessari per addestrare e implementare i Large Language Model, in rapida espansione, sottostanti alle applicazioni di GenAI”, ha spiegato Johnson. “Tuttavia, è probabile che carenze energetiche di breve termine continueranno a verificarsi per anni”.
L’analista ammette che vedremo progressi nelle tecnologie di trasmissione, distribuzione e generazione dell’energia, ma per una loro affermazione sul mercato ci vorranno anni. Fonti rinnovabili come l’eolico e il fotovoltaico aiuteranno ma non consentiranno ai data center di fare totalmente a meno di sistemi che garantiscano una fornitura continua, affidabile e disponibile “24/7/”, ovvero i combustibili fossili, l’energia idroelettrica e quella nucleare. Nel lungo periodo, poi, nuove tecnologie come le batterie ricaricabili agli ioni di sodio e i mini-reattori nucleari modulari aiuteranno a soddisfare la domanda energetica e anche gli obiettivi di sostenibilità ambientale.
Potremo quindi contare sul progresso tecnologico ma per il momento, almeno per qualche anno, il problema rimane. Gartner prevede che gli operatori di data center e i fornitori cloud affronteranno una notevole crescita di costi energetici, che ammortizzeranno con una classica strategia: aumentare i prezzi dei servizi per gli utenti finali. Le tariffe per i servizi di infrastruttura, piattaforma e software di intelligenza artificiale, dunque, saliranno (come d’altra parte è accaduto negli ultimi due anni per i servizi cloud in generale).
Gartner suggerisce alle aziende di tener conto di questo e di negoziare o scegliere contratti a lungo termine con i fornitori di servizi di data center. Il previsto aumento dei consumi energetici impatterà anche sulle strategie di sostenibilità e sulla definizione degli obiettivi Esg, dunque è bene tenerne conto fin da ora. Optare per modelli di dimensioni ridotte, più economici e meno energivori rispetto ai Large Language Model più potenti, potrebbe essere la scelta ideale per molti casi d’uso.