09/11/2020 di Redazione

Non serve essere scienziati per il supercalcolo “democratico” di Dell

La società ha presentato nuovi sistemi di High Performance Computing (Hpc) per attività di analytics, manifattura digitale, indagini genomiche, anche pronte all’uso e proposte come “as-a-service”.

Rendere democratico il supercalcolo è la nuova promessa di Dell Technologies. In realtà i costosissimi e complessi sistemi di  High Performance Computing (Hpc) non sono più riservati a un'élite (storicamente fatta di grandi università, case farmaceutiche, centri di ricerca, istituzioni) da qualche anno, da quando cioè aziende come Ibm hanno cominciato a offrire accesso attraverso il cloud, come servizio, alle piattaforme di calcolo ad alte prestazioni. Ora Dell fa un passo in avanti presentando alcune soluzioni di Hpc “pronte all’uso” o fruibili in modalità “as-a-service”, destinate ad attività di ricerca medico-scientifica ma anche alle aziende del manifatturiero e più in generale a quelle interessate a condurre attività di analytics particolarmente impegnativi.

La strategia annunciata dalla società texana si basa su tre pilastri: proporre soluzioni e servizi ottimizzati per l’Hpc, far evolvere le tecnologie di supercalcolo e renderle più “democratiche”. Quest’ultimo, in particolare, sarebbe il principale obiettivo di Dell Technologies, secondo quanto dichiarato da Thierry Pellegrino, vice president della divisione server e infrastruttura, come riportato da Zdnet.

La nuova offerta include alcune soluzioni “pronte all’uso” per attività di ricerca genomica, cioè sistemi progettati per velocizzare il passaggio in produzione delle applicazioni di analisi del Dna. La seconda tipologia di soluzioni “pronte all’uso” di Dell Technologies è rivolta al digital manufacturing, dunque ad attività di simulazione e progettazione di prodotti. L’offerta è proposta in collaborazione con Altair Hyperworks Unlimited, uno specialista dei software di simulazione e design. Dell Technologies, infine, propone soluzioni “as-as-service” di supercalcolo e intelligenza artificiale, mettendo insieme servizi gestiti, hosting, colocation e risorse on-demand. In questo caso i partner tecnologici includono Dxc Technology, R Systems e Verne Global.

Nell’arena del High Performance Computing la società di Michael Dell di certo non combatte da sola, bensì si scontra con concorrenti. La lista include Hpe, Oracle, Lenovo, Huawei, Fujitsu (con cui Dell compete sul fronte dell’hardware, innanzitutto) ma anche Ibm, Google e Microsoft (forti su cloud e servizi). Anche i produttori di chip come Intel e Nvidia alimentano il filone dell’Hpc e nuovi player stanno entrando in questo mercato, caratterizzato da alta redditività e da forti aspettative di crescita.

L’Hpc, infatti, consente di affrontare problemi complessi nel campo dell’indagine medico-scientifica, dell’astrofisica, dell’ingegneria e altro ancora. In questo difficile 2020 è ulteriormente emersa l’utilità del supercalcolo nello studio del coronavirus e nella ricerca di possibili cure farmacologiche per il covid-19. Un esempio italiano è l’iniziativa di Cineca: con i supercomputer il consorzio universitario formato da 92 enti pubblici (due ministeri, 69 atenei, 21 istituzioni tra centri di ricerca, aziende ospedalieri e altro) sta simulando il comportamento delle proteine che consentono al virus di replicarsi. Queste simulazioni permettono di testare virtualmente le molecole farmaceutiche più efficaci a inibire il virus, velocizzando i tempi di sviluppo di possibili nuovi farmaci.

 

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