26/11/2016 di Redazione

Pochi secondi alla settimana di ricarica per gli smartphone del futuro

I ricercatori dell'University of Central Florida hanno sperimentato una batteria capace di resistere fino a 30mila cicli di utilizzo, con tempi di accumulo energetico venti vole più veloci delle soluzioni oggi in commercio.

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Dimenticarsi di ricaricare lo smartphone, un po' come oggi avviene con gli ebook reader, perché la batteria continua a operare per una settimana, richiedendo poi appena una manciata di secondi per tornare come nuova. Sembra un sogno, ma per i ricercatori della University of Central Florida, guidati da Yeonwoong "Eric" Jung, è già realtà: a loro spetta il merito di aver messo a punto un prototipo di "supercondensatore flessibile", in grado di immagazzinare energia fino a venti volte più rapidamente rispetto alle classiche batterie al litio. E non è questo l'unico vantaggio, poiché dagli attuali 1.500 cicli di ricarica la longevità dell'oggetto (considerata come perfetto funzionamento, prima che cominci la degradazione delle prestazioni) sale a 30mila cicli.

L'invenzione, pubblicata sulla rivista della American Chemical Society, è interessante non soltanto per il mercato degli smartphone e dei tablet ma per tutti i dispositivi alimentati da batterie ricaricabili, quali gli smartwatch, i bracciali fitness, i lettori musicali e addirittura le automobili elettriche. E di invenzione si tratta, sebbene altri tipi di supercondensatore (come quelli messi a punto dall'Università della California Los Angeles) già siano stati creati in forma prototipale: a differenza dei precedenti, quello progettato in Florida impiega non soltanto il grafene ma anche altri materiali conduttori, assemblandoli in strutture bidimensionali che possono definirsi tali in quanto spesse pochi atomi.

 

 

Tali strutture ricoprono a mo' di involucro dei microscopici fili, con diametro dell'ordine dei milionesimi di millimetro. La maggiore velocità di ricarica si deve proprio a questi materiali, che possono immagazzinare energia sulla superficie del condensatore invece di realizzare delle reazioni chimiche come fanno le batterie al litio. Oltre alla maggiore densità di energia e di potenza, c'è anche in vantaggio di un "tragitto" più breve per gli elettroni e quello non trascurabile di poter integrare il condensatore all'interno di sistemi esistenti.

 

(Foto: Acs Nano)

 

Per questo processo produttivo Jung e la sua squadra chiederanno la registrazione del brevetto. Siamo attualmente allo stadio del proof-of-concept, ancora lontani dalla prospettiva di una commercializzazione. Ma il potenziale di un'invenzione come questa è chiaramente forte: rendere inutili accessori come i power bank e potrà eliminare l'inconveniente della scarsa autonomia, ancora accentuato per dispositivi quali smartphone, phablet e smartwatch. Oggetti che pure alloggiano batterie sempre più capaci, ma parallelamente diventano sempre più famelici di energia al crescere delle dimensioni e risoluzioni dello schermo.

 

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