25/02/2016 di Redazione

Sharp sarà cinese: spesa miliardaria di Foxconn, pensando a Apple

Con un’offerta da 6,2 miliardi di dollari Hon Hai Precision (meglio nota come Foxconn) acquisirà di due terzi della storica azienda giapponese. Una mossa strategica per poter inviare a Cupertino anche i display dell’iPhone, facendo concorrenza a Samsung e

immagine.jpg

Conoscemmo la Foxconn come l’azienda cinese al servizio di Apple balzata alle cronache per le polemiche sui ritmi di lavoro non esattamente leggeri. Oggi la Hon Hai Precision, per chiamarla con il suo nome originario, è un colosso che può permettersi di spendere l’equivalente di 6,2 miliardi di dollari, cioè 700 miliardi di yen, per acquistare i due terzi della proprietà di Sharp. È successo effettivamente, stando a quando riportato dall’agenzia stampa cinese Nikkei, secondo cui Foxconn avrebbe battuto le offerte di Samsung e della società giapponese semi-pubblica Innovation Network Corp.

Sulla cifra è circolata un po’ di confusione: quasi tutte le fonti riportano l’indicazione di 6,2 miliardi di dollari, cioè 700 miliardi di yen, mentre Reuters parla di 5,8 miliardi di dollari e Bbc di 4,3 miliardi. Cifra, quest’ultima, che pare piuttosto corrispondere all’iniziale proposta di Foxconn, poi corretta al rialzo.

Tutti concordano, comunque, sulla logica di fondo: con questa mossa l’azienda cinese, che già realizza per Apple parti metalliche dell’iPhone, diventa un potenziale fornitore di schermi da inviare sia alla rotta di Cupertino (che eviterebbe così di approvvigionarsi da Samsung ed Lg, favorendo indirettamente due suoi competitor), sia verso altri lidi. Differenziando la produzione, Foxconn si rende meno vulnerabile alle fluttazioni delle commesse e addirittura, suggeriscono alcuni commentatori, potrebbe ambire a competere con Samsung ed Lg nel campo dei display per dispositivi mobili e dei televisori.

L’interesse verso Sharp aveva iniziato a manifestarsi nel 2012, quando il chairman Terry Gou vi aveva investito risorse personali e aziendali pari a 1,7 miliardi di dollari. Soldi che erano serviti a risanare parte dei problemi finanziari di Sharp, comunque poi proseguiti fino ai giorni odierni. Nell’anno fiscale terminato a marzo del 2015, la società aveva riportato una perdita netta di quasi 1,9 miliardi di dollari; aveva inoltre chiesto un prestito 4,3 miliardi di dollari, debito che ora prenderà in carico Foxconn.

 

 

Per questo e per altri motivi, allora, per la storica azienda giapponese fondata nel 1912 e per i suoi 50mila dipendenti in giro per il mondo l’acquisizione potrebbe non essere una cattiva notizia.  Alcune autorevoli opinioni, come quella di Yukihiko Nakata (docente di Technology Management della Stanfod University, oltre che ex ingegnere della stessa Sharp), sottolineano le sinergie che potrebbero crearsi: “Sharp è forte nella ricerca & sviluppo, mentre Hon Hai sa come vendere prodotti a clienti del rango di Apple e ha un’expertise nella produzione. Insieme, possono competere su scala internazionale”.

 

ARTICOLI CORRELATI