10/03/2023 di Redazione

Trasformazione digitale, un ritorno che si può misurare

La società di servizi Smartive ha messo a punto la metodologia Roc(K), che punta a fornire una metrica per fornire un’indicazione sull’effettivo impatto del change management nelle aziende.

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Ancora troppo spesso, i progetti di trasformazione digitale si valutano soprattutto in termini di adozione tecnologica. Invece, al di là dell’utilizzo di applicativi e strumenti, il buon esito di un percorso andrebbe determinato sulla base dall’apertura al cambiamento e dalla capacità di rigenerare il mindset delle persone coinvolte.

Questo è il punto di vista di Smartive, società di servizi italiana operativa dal 2016, che ha sviluppato Roc(K), una metrica indirizzata a fornire una quantificazione del ritorno sul cambiamento digitale delle aziende: “Sappiamo quanto sia fondamentale poter misurare l’effettivo percorso evolutivo di change management, ovvero quell’insieme di attività strutturate per la gestione del cambiamento in azienda”, commenta la co-founder e amministratrice Francesca Maria Montemagno. “La vera trasformazione, infatti, deve includere la costruzione di competenze per mantenere a lungo il vantaggio sulla concorrenza. Si tratta di un percorso articolato e complesso, perché ha un impatto diretto sulle abitudini delle persone e sullo stesso modello di business dell’organizzazione”.

Francesca Maria Montemagno, co-founder e amministratrice di Smartive

Roc(K) funziona calcolando i benefici generati e gli investimenti sostenuti (RoC) riparametrandoli al coefficiente “K”, che misura lo scostamento percentuale tra i livelli iniziali e finali di propensione al cambiamento digitale forniti dallo Smartive Index. Quest’ultimo viene costruito a partire dal tool di people analytics SmartiveMap, che inquadra il livello di attitudine e la propensione alla trasformazione digitale dell’intera popolazione aziendale. In concreto, viene somministrato un test online, che, incrociando skill, background e attitudini personali oltre che professionali, identifica 5 profili (lo Smartive Index, appunto), dal più propenso verso il cambiamento digitale e dotato di elevati livelli di competenza al meno aperto nei confronti dell’innovazione e meno pratico nell’utilizzo delle nuove tecnologie.

La componente RoC, quindi, misura i benefici attesi, le persone effettivamente coinvolte in relazione ai costi affrontati per dare una dimensione dell’impatto sul business, mentre (K) rappresenta un coefficiente calcolato misurando la variazione di Smartive Index generato nel periodo osservato: “Con l’introduzione della metrica, sviluppata per la misurazione del Return on Change, oggi abbiamo un elemento in più per i nostri clienti: la possibilità di quantificare il ritorno sull’investimento, di misurare con parametri concreti, i benefici dei percorsi di digital transformation, portando la cultura del dato nei processi di people analytics”, sottolinea Montemagno.

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