03/02/2015 di Redazione

Vmware vSphere raddoppia, un ponte tra cloud privato e pubblico

La società presenta la versione 6 della sua piattaforma, in grado di gestire il doppio degli host e delle macchine virtuali per ciascun cluster. Annunciate anche una distribuzione OpenStack e numerose novità in ambito storage. Tutto disponibile entro la f

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Vmware ha annunciato un’importante release di vSphere, la sesta, che introduce oltre 650 nuove caratteristiche e migliorie. “La mobilità e il cloud stanno modellando questo mondo liquido”, ha detto Pat Gelsinger, Ceo dell’azienda, “e la virtualizzazione, unitamente al modello ibrido di cloud, è una delle soluzioni che meglio soddisfano questo estremo bisogno di flessibilità. Per questo motivo è particolarmente importante poter avere a disposizione una singola piattaforma unificata per il cloud ibrido, una piattaforma che annunciamo oggi e che unisce computing, networking e storage”.

vSphere 6 è la prima piattaforma che costituisce un vero ponte tra cloud privato e pubblico, e permette di avere in una singola console di gestione il controllo di tutta l’infrastruttura”, ha aggiunto Alberto Bullani, country manager di VMware Italia. “In questo modo, sfruttando l’architettura IT interna e quella esterna di uno o più service provider, gli amministratori It possono sfruttare risorse praticamente illimitate e allocarle dinamicamente”.

Alberto Bullani, country manager (a sinistra) e Pat Gelsinger, Ceo di VMware

 

Performance migliorate e migrazioni transoceaniche
La nuova vSphere 6 gestisce fino a 64 host per cluster (rispetto ai 32 della precedente versione 5.5), 8mila macchine virtuali (invece di 4mila) e 480 Cpu host (una volta e mezzo). Anche la capacità di gestione della Ram sono state notevolmente incrementate: 12 terabyte per host (invece di 4) e 4 terabyte di Ram virtuale per macchina.

Al di là dei numeri, come si diceva, la versione 6 introduce oltre 650 migliorie. Tra le più importanti, il supporto efficace di applicazioni “scale-up”, come Sap Hana, e di carichi di lavoro “scale-out”, come Hadoop, e la capacità di fare migrare in modalità live (con downtime pari a zero) i carichi di lavoro su grandi distanze, anche transoceaniche.

 

 

Strategico per la multinazionale è anche l’annuncio della distribuzione VMware Integrated OpenStack, che viene erogata gratuitamente a tutti i clienti vSphere e che viene supportata direttamente dall’azienda, compreso il codice open source. VMware ha creato anche un insieme di servizi professionali che daranno ai clienti un accesso privilegiato alle best practice di sviluppo (in parte ottenute con l’acquisizione di MomentumSl, avvenuta alla fine dello scorso anno).

Per quanto riguarda le novità in ambito storage, Virtual San 6 e vSphere Virtual Volumes consentono oggi di sfruttare il software defined storage e di vedere i dispositivi esterni e di terze parti. Con la nuova versione di Virtual San le prestazioni sono più che quadruplicate e la scalabilità è raddoppiata. Tra le novità, in dettaglio, la nuova architettura all-flash (da cui il salto prestazionale rispetto alla versione 5.5) e il supporto di 64 nodi per cluster.
 

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