01/02/2016 di Redazione

Google lancerà i droni di Skybender nel cielo del New Mexico

Secondo il Guardian, Big G avrebbe noleggiato 1.400 metri quadrati di hangar in uno spazioporto statunitense per testare velivoli a energia solare in grado di fornire connettività cellulare 5G. La tecnologia chiave è rappresentata dalle “onde millimetrich

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L’idea dei droni non sembra stuzzicare soltanto Facebook, ma anche altri colossi dell’hi-tech. Secondo The Guardian, Google avrebbe noleggiato una parte dello Spaceport America nel New Mexico per sviluppare e testare droni alimentati da energia solare capaci di portare l’accesso a Internet in tutto il mondo. Il progetto, chiamato Skybender, secondo il quotidiano britannico rappresenterà un tentativo di accelerare lo sviluppo del 5G utilizzando onde radio ad altissima frequenza (Ehf), in grado di trasmettere dati a una velocità quaranta volte maggiore rispetto al 4G. I laboratori dovrebbero essere ospitati in un’area (perlopiù hangar) di circa 1.400 metri quadrati di proprietà di Virgin Galactic, la divisione dell’impero Virgin di sir Richard Branson dedicata alle tecnologie aerospaziali. Lo Spaceport America, situato nei pressi di una località chiamata Truth or Consequences, è il primo spazioporto nato per motivi puramente commerciali. Le cosiddette “onde millimetriche” rappresentano per molti il futuro della trasmissione dati, ma lo sviluppo di queste tecnologie pone sfide immani.

La principale è rappresentata dal rapido decadimento del segnale. Una trasmissione a 28 GHz, la frequenza a cui Google starebbe lavorando, coprirebbe una distanza di un decimo rispetto all’attuale standard 4G. Per trasmettere dati con i droni, Big G dovrebbe concentrarsi su una tecnologia chiamata phased array, che consiste nel disporre una serie di antenne in cui le relative fasi dei segnali vengono impostate per rafforzare il segnale nella direzione voluta, rendendolo invece più debole in altri sensi.

“Una cosa molto complessa e difficile, che consuma tanta energia”, commenta Jacques Rudell, professore di ingegneria elettrica della University of Washington di Seattle. Ma, in caso di successo, i vantaggi sarebbero innegabili. “L’enorme beneficio delle ‘onde millimetriche’ è l’accesso a un nuovo spettro, in quanto la banda dedicata alle comunicazioni cellulari è ormai sovraffollata, tanto che si inizia a non sapere più dove sbattere la testa”, aggiunge Rudell.

 

Il velivolo Centaur costruito da Aurora

 

Google starebbe utilizzando due tipi diversi di droni. Uno è il Centaur, un velivolo di otto metri e mezzo adatto sia al volo in automatico sia a quello con pilota e sviluppato da Aurora, azienda della Virginia. L’altro apparecchio attualmente “in pista” sarebbe invece uno dei droni a energia solare sviluppati sotto l’ombrello del progetto Titan, divisione creata da Big G nel 2014 in seguito all’acquisizione della startup Titan Aerospace per oltre sessanta milioni di dollari.

Secondo The Guardian, Google avrebbe stipulato un accordo con la Federal Communications Commission (Fcc) statunitense per continuare i test fino al prossimo luglio e starebbe attualmente pagando Virgin Galactic mille dollari al giorno per l’utilizzo degli hangar, oltre a 300mila dollari una tantum allo Spaceport America per l’installazione di server, ricetrasmettitori radio e altri strumenti tecnologici.            Le operazioni legate a Skybender sarebbero sotto il pieno controllo della divisione Access, che coordina anche i palloni aerostatici di Project Loon, anch’essi nati per facilitare l’accesso al Web nelle zone remote del pianeta.

Ma, come detto, i droni non sono una “mania” esclusiva di Google. Oltre alle sperimentazioni di Amazon per la consegna di pacchi (riprese anche da Mountain View con Project Wing), rimanendo nel settore delle comunicazioni va citato quanto realizzato finora da Facebook con il progetto Internet.org. I campi in cui il social network è attivo sono principalmente due: la trasmissione di segnale utilizzando i droni Aquila, in modo analogo a quanto vorrebbe ora fare Google, e l’utilizzo di raggi laser “prelevati” direttamente dal cielo.

 

Il drone Aquila di Facebook, sviluppato per il progetto Internet.org

 

I raggi laser sfruttati nelle comunicazioni ottiche in spazio libero (Fso, free-space optical communication) garantiscono una notevole larghezza di banda, paragonabile a quella della fibra ottica. Ma questi sistemi presentano anche grandi svantaggi: per esempio, non devono trovare ostacoli sul proprio percorso e sono vanificati da condizioni metereologiche sfavorevoli, come il cielo coperto. Superare questi scogli significherebbe realizzare tecnologie efficienti e molto più economiche.

 

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