20/03/2015 di Redazione

Vola il mercato dei droni, nel 2016 varrà oltre due miliardi

Il nuovo report di Bi Intelligence prevede un graduale passaggio dalle applicazioni di tipo militare a quelle civili. Ma il settore è ancora bloccato da regole troppo ferree o che addirittura non ci sono. Ne sa qualcosa Amazon Prime Air, il servizio di co

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L’industria dei droni prende quota giorno dopo giorno. Nel 2016 gli investimenti nel settore a livello mondiale arriveranno a 2,3 miliardi di dollari, con alcuni big impegnati in prima linea nello sviluppo delle tecnologie relative agli aerei senza pilota. Si parla di Boeing, Intel, Qualcomm, General Electric e così via. Lo ha sottolineato Business Insider Intelligence in un report appena pubblicato sui cosiddetti unmanned aerial vehicles, report che evidenzia ancora una volta come gli ipotetici campi di applicazione dei droni siano molto vari. Si va dall’agricoltura, all’energia e le costruzioni, passando per la produzione di film e l’esplorazione mineraria. Uno dei punto centrali del documento è il passaggio, sempre più marcato, da un’economia di tipo militare a una civile.

Nati soprattutto per l’utilizzo in operazioni belliche o para-belliche, gli aerei senza pilota troveranno sempre più spazio nell’uso quotidiano entro il 2020, con un mercato relativo che vivrà un aumento del tasso di crescita medio composto del 19%, contro il 5% di quello militare.

I produttori che hanno accumulato ingenti fortune ed expertise nel settore bellico però, sempre secondo Bi Intelligence, non potranno sfruttare questo vantaggio nel civile, a causa di un mercato in mutamento e in crescita continua, regolato finora da leggi ferree. Soprattutto negli Stati Uniti, dove prosegue da mesi la “battaglia” tra alcuni player, come Amazon, e la Federal Aviation Administration.

La società di Jeff Bezos è impegnata da qualche anno nello sviluppo del progetto Amazon Prime Air, che coinvolge speciali droni-postini per consegnare in un prossimo futuro i pacchi a casa dei clienti, evitando così i corrieri tradizionali. Ma il servizio, che secondo il colosso di e-commerce sarebbe ormai pronto per decollare, in tutti i sensi, ha già subito una battuta d’arresto a metà febbraio 2015, quando si è diffusa l’indiscrezione che l’ente per l’aviazione civile statunitense avrebbe pronta nel cassetto una bozza di documento che vieterebbe ai droni di volare sopra le persone.

 

 

Ovviamente, una proposta di questo genere significherebbe dire addio ai sogni di gloria per Bezos. Ma il 19 marzo ha portato con sé una buona notizia: la Faa ha infatti rilasciato un certificato sperimentale di idoneità al volo per i velivoli automatici di Amazon, che consente il decollo ma a condizioni ben precise. Tutte le operazioni devono essere condotte al di sotto dei quattrocento piedi di altitudine, circa 122 metri, soltanto in orario diurno e con condizioni metereologiche perfette. Inoltre, i droni devono rimanere sempre sotto lo stretto controllo visivo degli operatori, che devono disporre almeno di un’abilitazione da pilota e di certificato medico.

La concessione della Faa prevede che Amazon consegni alle autorità, a scadenza mensile, un rapporto dettagliato con tutte le informazioni relative ai voli, comprese le durate dei tragitti, eventuali malfunzionamenti software e hardware, perdite di comunicazioni tra radiocomando e velivolo e così via. Insomma, probabilmente l’operazione di lobbying della compagnia di commercio elettronico sta dando i primi frutti, ma sembra che dovremo aspettare ancora un po’ per vedere i postini automatici volare nei nostri celi.

 

L'ente statunitense per l'aviazione civile ha aperto il primo vero spiraglio per i test di Amazon

 

Soprattutto se si considera un altro dei punti principali del report stilato da Bi Intelligence: come dimostrato ieri dalla Faa, le autorità stanno iniziando a muoversi per rimuovere i paletti sui voli civili di droni, ma con tempi biblici. Le nuove regole, secondo la società di analisi, non saranno pronte e applicabili prima del 2017. Sarà solo a quel punto, quando lo scenario sarà definito, che si potranno fare previsioni più accurate sulle rotte che il mondo degli aerei senza pilota potrà intraprendere.

Ma anche il nostro Paese, per una volta, non sta a guardare e inizia a muoversi. Si è tenuto oggi a Milano un momento di confronto tra le Associazioni di droni civili e l'Enac, in seguito all'impegno assunto dall'ente italiano a completare entro il 20 aprile il nuovo Regolamento per il volo dei Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto. Il cuore del prossimo provvedimento è il via libera al "sorvolo di aree critiche, anche urbane, tramite standard di sicurezza valutabili". Un cambiamento dovuto, dicono i rappresentanti delle Associazioni in cui confluiscono circa 5mila operatori della Penisola, per accompagnare al meglio un'industria con enormi margini di crescita e fino a oggi ancora semi-paralizzata da una normativa difficoltosa, ispirata ai codici dell'aviazione generale.

 

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