20/06/2017 di Redazione

Addio ai colli di bottiglia con il network privato di Dropbox

La società titolare del servizio di cloud storage ha annunciato la creazione di una rete privata basata su fibra ottica e su load balancer di proprietà. Da qui alla fine dell'anno, diversi nuovi point-of-presence debutteranno in Europa (anche a Milano).

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Per Dropbox, i rallentamenti che intasano le autostrade di Internet dovranno essere solo un ricordo. La società di San Francisco, titolare dell'omonimo servizio di archiviazione e condivisione nel cloud, dallo scorso anno sta introducendo alcuni cambiamenti infrastrutturali significativi nella propria rete di data center e punti di accesso. Cambiamenti che culmineranno nella creazione di un network privato, in grado di velocizzare l'accesso ai dati per gli utenti residenti fuori dagli Stati Uniti. L'annuncio è giunto attraverso un'esclusiva di Fortune, affiancata dal racconto tecnico di questo percorso di mutazione sul blog di Dropbox.

La svolta risale all'anno scorso, quando l'azienda californiana avevanno deciso lo spostamento del 90% dei propri dati dai data center di Amazon Web Services verso infrastrutture di proprietà. Quanto alla configurazione della rete, per migliorare le prestazioni del servizio (in particolare la sincronizzazione dei dati) nel corso del 2016 erano stati inaugurati nuovi PoP in Europa e Asia ed erano state introdotti nuovi server proxy, una diversa architettura di routing, una più fitta segmentazione del network (non più su “regioni” ma su “aree metropolitane”). Il risultato è stato design di rete che meglio si adatta ai fussi di traffico registrati da Dropbox.

 

 

 

A completamento di questo percorso, come dichiarato a Fortune dal vice president of engineering Akhil Gupta, l'azienda realizzerà un network privato inteso a risolvere un problema tipico del Web: i colli di bottiglia che si creano a causa degli imprevedibili picchi di traffico. Problema gestito, ma non sempre risolto al meglio, dai load balancer che reindirizzano i flussi per deviarli su “strade secondarie” e meno affollate. Per Dropbox c'è però una soluzione migliore di questa: nella nuova rete privata, i dati viaggeranno sui cavi in fibra ottica di Dropbox (cioè su cavi acquistati su infrastrutture esistenti) e non più sulla rete pubblica, mentre i load balancer forniti da terzi con un software proprietario (eseguito su server Linux).

Vogliamo che l'esperienza utente si avvicini il più possibile al real time”, ha detto Dan Williams, head of production engineering della società di San Francisco, “dal momento che il 70% dei nostri utenti risiede al di fuori degli Stati Uniti, mentre la maggior parte dei dati è allocata in Nord America”. Nei prossimi mesi debutteranno anche nuovi point-of-presence, anche in Europa: dopo Sydnei e Miami sarà la volta di Parigi, e poi nel trimestre finale dell'anno di Madrid e Milano. Complessivamente, entro la fine del 2017 saranno attivati 22 nuovi PoP in una decina di Paesi.

 

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