17/10/2017 di Redazione

Ancora guai per Apple dai brevetti di FaceTime, grane per Essential

La disputa legale in corso fra il patent troll Virnetx e l'azienda di Cupertino è giunta a una nuova sentenza di un tribunale texano, che ha alzato a 439,7 milioni di dollari la multa per l'uso delle tecnologie Vpn usate sugli iPhone. La società di Andy R

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Un altro patent troll (Virnetx) tenta di arricchirsi ai danni di un colosso tecnologico (Apple), oppure un'azienda più piccola pretende il giusto rimborso per una tecnologia scippata da una più grande? I due punti di vista si sono scontrati per anni, con uno schema già visto molte volte, e ora Virnetx Holding Corporation – società del Nevada specializzata nello sviluppo e nel brevetto di tecnologie di scambio dati sicuro su reti mobili – ha detto di esser pronta a ricevere 439,7 milioni di dollari dalla Mela, come compensazione per il furto di proprietà intellettuale subìto in relazione a una serie di brevetti usati per proteggere tramite Vpn le comunicazioni su FaceTime (l'applicazione di videochiamata di iOS) e iMessage (messaggistica).

La disputa legale è piuttosto stagionata, risalendo addirittura al 2010 la prima denuncia di Virnetx per uso indebito della propria tecnolgia di Virtual Private Network. Due anni dopo, la sentenza di un tribunale del Texas aveva imposto a Apple una multa da 320 milioni di dollari,i 370 milioni di dollari, ma la decisione era stata annullata in appello da una Corte d’Appello federale di Washington DC. L'accusante aveva poi ritentato l'impresa con una seconda causa, sfociata nel febbraio dell'anno scorso in una multa ben più salata della prima, ma sempre per desiderio di un tribunale texano: 625 milioni di dollari. In estate era però giunta una richiesta di revisione, motivata dall'eccessivo importo calcolato, e a fine settembre la richiesta di risarcimento era stata ribassata a 302 milioni di dollari.

Ora, a distanza di poco più di un anno, la medesima corte distrettuale texana ha emesso un ordine in cui si rigettano tutte le mozioni di Apple, fra cui la richiesta di un nuovo processo in merito alla presunta violazione di proprietà intellettuale e quella di un nuovo processo sul calcolo dei danni economici. Al contrario, il tribunale ha accolto le mozioni di Virnext e alzato l'ammontare della multa fino a 439,7 milioni di dollari, includendovi interessi maturati negli anni e spese legali. Ma Apple, come confermato a TechCrunch, è già intenzionata a ricorrere in appello, per cui sentiremo parlare ancora di questa vicenda.

Un'altra questione di brevetti, intanto, ha travolto Essential Products, la nuova avventura imprenditoriale del “padre di Android” Andy Rubin, che già in agosto era incappata in una grana simile. A poche settimane dal lancio del primo top di gamma, Essential Phone PH-1, il design modulare del telefono è ora al centro della causa depositata ieri in un tribunale federale di San Francisco. Come riportato da Reuters, l'accusa giunge da Keyssa, società specializzata in tecnologie per il trasferimento dati in wireless. Tra i suoi consulenti c'è Tony Fadell, ingegnere informatico nel cui curriculum spicca il lavoro fatto in Apple (dove dirigeva progetti legati all'iPod) e contributi allo sviluppo di tecnologie di Sony, Motorola e Philips, ma che è soprattutto noto per aver co-fondato Nest, l'azienda del termostato smart acquisita da Google.

Keyssa, in particolare, sviluppa connettori che permettono di far comunicare fra loro dispositivi e moduli di dispositivi, senza collegamenti di fili né contatto diretto. Una tecnologia chiamata Kiss Connectivity, per esempio, permette di trasferire dati in modo sicuro e ad alta velocità, punto a punto, ed è un'alternativa ai più ingombranti connettori meccanici (a differenza dei quali, non impatta sullo spessore) usati su smartphone, tablet e Pc portatili. Quest'azienda, domiciliata in Califonia e con uffici dislocati in Cina, Taiwan e Corea, accusa Essential di aver usato nel PH-1 le proprie tecnologie, conosciute durante ben dieci mesi di incontri e trattative commerciali.

Essential Phone PH-1

 

 

Nel novembre del 2016 Essential aveva però deciso di rivolgersi altrove, per utilizzare i chip di SiBeam (una divisione di Lattice Semiconductor). Ciononostante, secondo l'accusa a bordo dell'Essential Phone sarebbe stata impiegata diversa proprietà intellettuale di Keyssa, tecnologie che rendono possibili le comunicazioni wireless e contactess fra moduli del telefono. Si va dalla progettazione delle antenne a particolari metodi di test. La società di Rubin, venuta a conoscenza di tali tecnologie durante i mesi di trattative, aveva firmato un accordo di non utilizzo delle stesse. Non rispettandolo, evidentemente. “Stiamo procedendo con l'azione legale”, ha sottolineato Keyssa in una nota, “perché i nostri tentativi di risolvere il problema discutendone con Essential non hanno avuto successo”.

 

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