17/04/2015 di Redazione

Attacco hacker a Sony, WikiLeaks pubblica tutto in un database

Julian Assange e soci hanno deciso di inserire in un archivio Web, consultabile da chiunque, l’enorme mole di informazioni carpita in seguito all’incursione di novembre 2014. Le oltre 173mila email rivelerebbero aspetti oscuri delle attività di lobbying d

immagine.jpg

WikiLeaks torna a far tremare i giganti della terra. Chiuso nelle sue stanze presso l’ambasciata dell’Ecuador a Londra, Julian Assange ha deciso infatti di pubblicare in un formato accessibile a tutti le tonnellate di documenti riguardanti il caso di hackeraggio della Sony, avvenuto a novembre 2014. Si tratterebbe di 30.287 file, oltre 173mila email e altre informazioni sensibili carpite dai cybercriminali durante la loro incursione nei computer della sussidiaria Usa della casa di produzione giapponese. Un vero e proprio database, che permetterà a tutti di mettere il naso negli affari privati della società. E i dirigenti Sony ora sono in forte apprensione, perché all’interno di quei dati sono presenti informazioni segrete, piani industriali e chissà quanto altro.

La decisione di WikiLeaks è conseguente alla rimozione dal Web dell’archivio temporaneo creato dagli hacker a novembre 2014. Una sparizione che, a quanto hanno scritto Assange e soci, “non ha dato il permesso a cittadini e giornalisti di andare oltre la mera superficie delle cose”.

Le dietrologie, con basi vere o presunte, ovviamente non mancano: “Sony è pubblicamente conosciuta per produrre intrattenimento, ma gli archivi mostrano che dietro le quinte si muove una multinazionale molto potente, con legami con la Casa Bianca e la capacità di influenzare leggi e regolamenti, oltre ad avere connessioni con l’industria militare”. Sarebbero addirittura cento gli indirizzi mail presenti nel database e legati ad ambienti governativi Usa.

Sicuramente, Sony prova a perseguire tutte le strade per aumentare il suo fatturato. È nella sua natura. È membro della Motion Picture Association of America (Mpaa), ente nato per promuovere gli interessi degli studi cinematografici, impegnata in una battaglia pluriennale contro i pirati informatici, le violazioni di copyright e lo scambio illegale di film sul Web. I messaggi di posta elettronica raccolti dagli hacker mostrerebbero l’intensa attività di lobbying della società nei confronti della Mpaa e degli stessi politici.

 

Il film che ha dato origine all'attacco hacker contro Sony: "The Interview"

 

La reazione di Sony non si è fatta attendere. In un comunicato, la multinazionale ha sostanzialmente accostato WikiLeaks ai responsabili del furto di dati: “Gli hacker hanno diffuso queste notizie per causare un danno a Sony e ai suoi dipendenti, ora purtroppo WikiLeaks sta prestando il fianco a questa attività illegale. Siamo in forte disaccordo con l’affermazione di WikiLeaks sulla necessità di rendere queste informazioni di pubblico dominio. Continueremo a lottare per la sicurezza e la privacy della nostra compagnia e dei suoi dipendenti”.

I problemi per Sony sono iniziati con la produzione del film satirico The Interview, in cui un paio di giornalisti statunitensi vengono coinvolti in un piano della Cia per assassinare il leader della Corea del Nord, Kim Jong-Un. La reazione degli hacker, presumibilmente di stanza nel Paese asiatico, non si è fatta attendere e, con un'incursione rivendicata poi dal gruppo “Guardians of Peace” (#Gop), lo scorso autunno ha costretto la multinazionale a correre ai ripari. Spegnendo addirittura la sua rete di computer per molte settimane, in modo da fare pulizia completa.

Ma ormai era troppo tardi: secondo alcune stime, sono state trafugate informazioni personali, compresi i Social Security Numbers – l’equivalente del nostro codice fiscale – di oltre 47mila celebrità, freelance, attuali e precedenti impiegati Sony. Oltre, ovviamente, a notizie riservate sui film e sulle migliaia di email inviate tramite i sistemi interni del colosso. Che ora non può fare altro che assistere impotente al “metodo trasparenza” targato WikiLeaks.

 

ARTICOLI CORRELATI