19/06/2023 di Redazione

Chip, Intel investe in Europa e in Israele per prepararsi al futuro

Annunciati 33 miliardi di euro di investimenti rivolti a Germania, Francia, Polonia, Italia, Irlanda e Spagna, e 25 miliardi di dollari per un nuovo impianto di semiconduttori in Israele.

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Gli ultimi maxi investimenti annunciati da Intel dimostrano che la battaglia per il mercato dei semiconduttori si combatte non solo tra Stati Uniti e Cina. Il tentativo dell’Europa di affermarsi come terzo polo grazie ai fondi del suo Chips Act non ridurrà, probabilmente, il gap produttivo che la separa da Est e Ovest, ma gli investimenti di società di private come Intel potranno dare un gran contributo. E c’è poi Israele, terra di tecnologia avanzatissima anche per quanto riguarda il software (in particolare nell’area della cybersicurezza e dell’intelligenza artificiale), che da cinquant’anni ospita le attività di Intel. 

L’obiettivo di Intel è di incrementare i livelli di produzione nel medio e lungo periodo, mettendo in pratica la propria strategia Idm 2.0.  Nonostante l’attuale domanda di semiconduttori, a livello mondiale, sia inferiore ai livelli degli ultimi due anni, i chip sono una tecnologia cruciale e strategica per il futuro, anche in relazione all’intelligenza artificiale.

Per quanto riguarda l’Europa, Intel ha annunciato un investimento “iniziale” di oltre 33 miliardi di euro, per realizzare una fabbrica di semiconduttori all’avanguardia in Germania, per avviare un nuovo centro di progettazione e un centro di ricerca e sviluppo in Francia e per allargare diverse attività (R&D, produzione, servizi di fonderia) in Italia, Irlanda, Polonia e Spagna. L’azienda ha promesso che porterà nel Continente “la sua tecnologia più evoluta, aiutando l’Ue a creare un ecosistema europeo di chip di prossima generazione e rispondendo alla necessità mondiale di una supply chain più equilibrata e resiliente”.

Con questi investimenti punta a soddisfare la domanda di semiconduttori prevista per l’anno 2027. Un progetto specifico già annunciato riguarda la Polonia, dove con 4,6 miliardi di euro di risorse verrà finanziata la costruzione di un impianto di assemblaggio e testing a Wroclaw. Progettato secondo principi di sostenibilità, il nuovo sito darà lavoro a circa duemila persone, direttamente assunte da Intel, e a “diverse altre migliaia” di altri professionisti tra catena di fornitura e attività di indotto. Intanto un altro progetto in fieri, in Germania, è quello dello stabilimento di chip di Magdeburgo, la cui costruzione avrebbe già dovuto cominciare nei primi mesi del 2023.

Inoltre è di oggi l’indiscrezione, riportata da Reuters, secondo cui il governo tedesco e Intel sarebbero vicini all’accordo per la pianificata fabbrica di Dresden.

Un rendering del futuro impianto di Wroclaw (Immagine: Intel)

 

In Israele, invece, l’investimento annunciato da Intel è di 25 miliardi di dollari ed è destinato a realizzare nuovo impianto produttivo a Kiryat Gat, a meno di 60 chilometri da Tel Aviv. L’annuncio è stato dato dal primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, sottolineando che si tratta del maggiore investimento da parte di un’azienda straniera mai avviato nel Paese. 

Ci si aspetta che la futura fabbrica di Kiryat Gat apra i battenti nel 2027 e dia lavoro a migliaia di persone. In base all’accordo, Intel pagherà un’aliquota del 7,5% sui profitti ricavati nel Paese, superiore all’attuale 5% corrisposto al fisco israeliano; in compenso, riceverà un premio pari al 12,8% dell’investimento totale al raggiungimento di determinati requisiti.

“Israele è un centro mondiale di talenti tecnologici e di innovazione e uno tra i principali centri di ricerca e sviluppo di Intel”, ha dichiarato un portavoce dell’azienda, come segnalato da The Register. “Dal suo insediamento qui nel 1974, Israele ha giocato un ruolo cruciale nel successo globale di Intel. La nostra intenzione di ampliare la capacità produttiva è guidata dal nostro impegno per rispondere alle future necessità di manifattura e supportando la strategia Idm 2.0 di Intel, e apprezziamo il continuo supporto del governo israeliano”.

La società di Santa Clara negli anni è diventata il primo importatore ed esportatore del Paese (escludendo le entità pubbliche) e ben un decimo dei suoi 120mila collaboratori totali risiede in Israele. Inoltre qui nel 2017 ha acquisito Mobileye, spendendo 15 miliardi di dollari per una delle più avanzate società di computer vision per il settore automobilistico al mondo. Oggi la tecnologia Mobileye alimenta l’offerta di Intel per le automobili connesse.

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