12/07/2021 di Redazione

Dal lavoro remoto alla ripresa, la connettività resta al centro

Stefano Nordio, vicepresidente Europe di D-Link, offre la propria visione sull’evoluzione recente del mercato italiano, alla luce degli effetti della pandemia.

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Reduce da un Mobile World Congress ricco di novità, soprattutto in ambito cloud, Sd-Wan e Wi-Fi6, D-Link prosegue nello sviluppo della propria strategia impernata sull’offerta di soluzioni di connettività per il mercato dei privati e delle aziende. Su quest’ultimo fronte, lo scenario è cambiato notevolmente nell’ultimo anno e mezzo a seguito degli effetti della pandemia sulle condizioni di lavoro. Partendo da qui, abbiamo analizzato l’attuale scenario B2B che un’azienda come D-Link si trova ad affrontare, insieme al vicepresidente Europe Stefano Nordio.

Cosa avete osservato, dal vostro punto di vista, nell’evoluzione recente delle aziende italiane?

Tutti sappiamo quanto sia cresciuta l’importanza del lavoro da remoto dalla prima parte del 2020 a oggi. Sia per l’utente privato che per le aziende, il networking e la connettività sono diventati un elemento ancor più centrale per comunicare, lavorare, istruirsi e così via. C’è stato molto spirito di adattamento, considerando che si partiva da una debolezza generalizzata su questo fronte. Solo ora possiamo vedere quanto gli effetti dell’emergenza si stiano traducendo in evoluzioni strutturali, con un ridisegno complessivo della connettività nelle aziende private e anche nel pubblico, dove occorre supportare meglio i servizi al cittadino. La situazione creatasi con il Covid-19 ha purtroppo messo in maggior evidenza il digital divide ancora presente nel nostro Paese e questo resta un fattore condizionante per una ripresa organica.

Per voi com’è andata in questo periodo?

Abbiamo chiuso l’ultimo esercizio fiscale con un fatturato in linea con quanto avevamo stimato all’inizio. Qualche contraccolpo si è registrato negli utili, soprattutto per ragioni di equilibrio fra mix di prodotto e di canale soprattutto sul fronte consumer, ma abbiamo ricevuto buoni segnali soprattutto dai system integrator. La connettività è rimasta l’area trainante, soprattutto con prodotti come i router. Ora vediamo segnali di nuovo interesse verso prodotti ad alte prestazioni, il cloud o le nuove frontiere del 5G e del Wi-Fi6. Purtroppo, ci sono fattori di freno che vanno dallo shortage di componenti al fatto che, in alcuni casi, esiste uno scenario ancora embrionale.

Stefano Nordio, vicepresidente Europe di D-Link

Come avete risposto, in modo particolare, alle necessità generate dalla maggior domanda in direzione cloud?

Con l’offerta che abbiamo chiamato Nuclias e che si declina nelle famiglie Cloud e Connect. La prima si occupa soprattutto di ridurre la complessità di gestione della rete e della sua scalabilità, da remoto e con zero touch provisioning, mentre la seconda, on-premise, è più semplice e si rivolge all’implementazione di infrastrutture wireless in sede anche sfruttando apparecchiature già presenti, con garanzia di controllo centralizzato del network. La domanda è cresciuta molto soprattutto in questo primo semestre del 2021 e sarà un elemento di traino per il futuro, accanto a 5G e Wi-Fi6.

Quali sono i settori aziendali che stanno mostrando maggior reattività?

La sanità ha dovuto giocoforza adattarsi alla realtà e ora si notano investimenti soprattutto nella mobilità, con centri di pronto intervento connessi con la struttura ospedaliera e per migliorare l’esperienza del paziente. Anche l’education, pur con difficoltà amministrative e organizzative, ha dovuto preoccuparsi di potenziare le connessioni e migliorare anche il segnale Wi-Fi. Notiamo un certo fermento anche fra le Pmi, soprattutto quelle con attività di produzione.

Cosa vi aspettate per l’anno in corso?

Nel 2020 siamo comunque cresciuti a due cifre e l’anno in corso si sta mantenendo sulla stessa velocità, con un miglioramento parallelo della redditività. Abbiamo migliorato il mix di prodotto e canale sul lato consumer, per cui siamo confidenti, anche se qualche preoccupazione deriva dallo shortage di silicio e la logistica dei porti soprattutto della Cina continentale, con possibili ripercussioni nella seconda parte dell’anno.

 

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