28/08/2017 di Redazione

Dara Khosrowshahi è il nuovo Ceo di Uber

Di origini iraniane, 48 anni, il manager è stato dal 2005 a oggi l’amministratore delegato di Expedia, quadruplicando i ricavi dell’agenzia di viaggi online. Il nuovo numero uno dell’azienda di San Francisco succede a Travis Kalanick, dimessosi a giugno.

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Uber ha un nuovo Ceo. A distanza di due mesi dalle dimissioni di Travis Kalanick, l’azienda di ride-hailing ha nominato Dara Khosrowshahi nuovo amministratore delegato. Khosrowshahi, già numero uno di Expedia dal 2005, è stato scelto dal Cda della società di San Francisco dopo una riunione fiume e all’interno di una terna di nomi che comprendevano anche Jeffrey R. Immelt, ex presidente di General Electric e Meg Whitman, Ceo di Hpe. Whitman aveva però smentito in precedenza l’interesse del consiglio di amministrazione di Uber per la sua persona. Immelt si sarebbe ritirato perché aveva capito di non avere un sostegno sufficiente nel board, fondamentale soprattutto in un periodo così difficile per l’azienda. Di origini iraniane, ma negli Stati Uniti sin da quando era bambino, il 48enne Khosrowshahi avrà infatti il delicato compito di rilanciare l’immagine di una compagnia simbolo della rivoluzione digitale, ma che è rimasta incastrata in una serie di problemi non di poco conto.

Dalle accuse di molestie e di discriminazioni sessuali avanzate da una dipendente, che hanno portato al licenziamento di venti collaboratori, sino alla causa aperta con Waymo (società di Alphabet) sul presunto furto di documenti riservati. Causa che ha condotto i due colossi a scontrarsi frontalmente in tribunale nell’ambito dei veicoli a guida autonoma. Khosrowshahi, sicuramente una figura non di primo piano nel mondo hi-tech, potrebbe però essere l’uomo giusto per far ripartire Uber.

Alla sua provenienza dall’area di Seattle, quindi ben lontano dagli “intrighi” della Silicon Valley, si aggiunge un’immagine di manager capace. Sotto la sua guida Expedia, diventata negli anni la principale agenzia di viaggi online negli Usa (e una delle più grandi al mondo), ha visto i ricavi balzare dai 2,1 miliardi di dollari del 2005 agli 8,7 dello scorso anno. Buoni i rapporti anche con la stampa, in quanto Khosrowshahi fa parte del board del New York Times.

 

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