03/11/2020 di Redazione

Dassault mette il digitale al servizio della lifescience

Capitalizzando sull’acquisizione di Medidata, il produttore della piattaforma 3D Experience allarga il raggio d’azione verso un settore oggi al centro dell’attenzione. L’idea di gemello virtuale alla base di molte possibili sperimentazioni, dalle cure per

Circa un anno fa, Dassault Systèmes aveva acquisito Medidata, una società americana specializzata nella trasformazione digitale della ricerca medica. Per una realtà nata e consolidatasi nell’industria manifatturiera, si sono aperti così scenari di sviluppo su mercati inediti e il percorso è anche oggi in continua evoluzione.

L’azienda conta oggi su un organico di circa 20mila persone appartenenti a 140 nazionalità diverse, dispone di 195 siti e 69 laboratori di ricerca nel mondo e lavora con 12.600 partner: “I numeri servono a far capire come oggi siamo in grado di poter guidare il nuovo rinascimento industriale”, sottolinea Guido Porro, amministratore delegato Italia e managing director Euromed di Dassault. “Lavoriamo nel mondo del 3D dal 1981 e questo bagaglio ci ha consentito di innovare la progettazione industriale e aiutare le aziende a creare nuovi processi da zero per proporre ai clienti qualcosa che prima semplicemente non esisteva”. Il lavoro sembra pagare anche sul piano puramente economico, con un obiettivo di crescita globale per il 2020 collocato fra l’11 e il 12% nel giro d’affari e fra l’1 e il 3$ nell’utile netto per azione. Anche in Italia, indica Porro, la filiale cresce da diverso tempo in doppia cifra e ha portato a casa 1.400 clienti in più nel 2019, potendo contare anche su una rete di oltre cinquanta partner.

Gli attuali sviluppi della società poggiano tecnologicamente sulla piattaforma 3D Experience, ma fanno leva sull’evoluzione del concetto di simulazione come chiave per creare e innovare: “Si parla da qualche tempo di digital twin come metodo per replicare digitalmente il reale”, aggiunge Porro. “Noi preferiamo concentrarci sull’idea di virtual twin, perché consente di prendere in considerazione la sperimentazione come base per la creazione e per questo occorre una piattaforma di riferimento, inclusiva e multidisciplinare, capaci di abbattere i silos fra i vari dipartimenti e far accedere tutti a dati condivisi”.

Se l’industria manifatturiera resta il settore fondante della strategia di Dassault, l’orizzonte si sta ora ampliando in direzione soprattutto della lifescience e delle infrastrutture per le città. Il primo è un campo nel quale l’azienda non nasconde l’ambizione di voler diventare leader. La citata acquisizione di Medidata (per un valore di 6 miliardi di dollari) ha aperto la strada e oggi troviamo la multinazionale francese impegnata in prima linea nella ricerca di una soluzione contro il Covid-19. I software di modellazione sono utilizzati da vari laboratori di ricerca per lo sviluppo di possibili vaccini o molecole candidate a futuri trattamenti. La piattaforma consente di modellizzare fenomeni presenti nelle cellule umane o simulare la produzione di bioreattori per bloccare la replica del virus. Per non parlare dell’ospedale di Leishenshan, a Wuhan, dove si lavora sulla prevenzione della contaminazione, studiando la dispersione del virus in ambienti chiusi.

Guido Porro e Chiara Bogo, managing e marketing director di Dassault Systèmes Euromed

L’idea di gemello virtuale si applica poi in modo compiuto all’interno del Living Heart Project, dove ricercatori, docenti, sviluppatori di apparecchiature mediche, agenzie di regolamentazione e cardiologi di fama sono riuniti nella missione di sviluppare e validare modelli di cuore umano digitale, personalizzati e di alta precisione: “Ma il concetto si estende facilmente anche al mondo del manufacturing”; specifica Chiara Bogo, marketing director Euromed di Dassault Systemes, “per esempio nella replica di un impianto di produzione, per capire quali soluzioni possono servire a ridurre l’impatto sull’ambiente o la produzione di scarti. L’abbattimento dei silos porta al lavoro congiunto di progettazione, produzione e altri dipartimenti coinvolti, con le simulazioni necessarie prima di avviare un progetto concreto”.

Esempi di utilizzo di 3D Experience in questa logica non mancano anche in Italia, con Prysmian che sta lavorando per arrivare a una produzione più ottimizzata e sostenibile con l’analisi dei big data, Maschio Gaspardo che punta a migliorare i propri processi ingegneristici o Geico che ha avviato una diversa pianificazione degli impianti di verniciatura in chiave di maggior efficienza, rispetto ambientale e sicurezza.

Anche nei campi delle nuove infrastrutture per le città Dassault appare già oggi fortemente impegnata con progetti concreti, per esempio a Singapore, Jaipur, Hong Kong e Rennes, ma anche con iniziative proiettate nel futuro, come l’hackathon Datavironment per disegnare la Milano del futuro: “La piattaforma 3D Experience può creare il gemello virtuale di una città, prevedendo interazioni anche molto complesse e offrendo un approccio olistico che sfrutta tutto il potere dei dati”, conclude Bogo.

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