06/04/2022 di Redazione

Dati in cloud, Google si impegna su standard aperti e portabilità

L'iniziativa Data Cloud Alliance unisce la società di Mountain View ad Accenture, Deloitte, MongoDB e altri operatori. Obiettivo: garantire maggiore integrazione tra le piattaforme.

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Una nuova alleanza per garantire la portabilità e l’accesso ai dati nel cloud: si chiama Data Cloud Alliance e Google è uno dei protagonisti, accanto ad Accenture, Deloitte, MongoDB, Confluent, Databricks, Dataiku, Elastic, Fivetran,Neo4j, Redis e Starburst. Il nome (“scippato” a Snowflake, che nel 2020 aveva fatto richiesta di registrazione del trademark, poi abbandonandola) condensa i tre elementi fondamentali del progetto, ovvero l’accesso ai dati, il cloud e la decisione di allearsi per favorire l’integrazione e lo scambio tra le diverse piattaforme.

Come spiegato da Google, la missione del progetto è quella di aiutare le aziende a risolvere le attuali sfide legate all’utilizzo dei dati, quali la crescente complessità della gestione, i requisiti di compliance e il difficile obiettivo di trasformare i dati in valore, oltre alle sempre presenti questioni di cybersicurezza. Soprattutto, si punta a eliminare gli ostacoli che impediscono la portabilità dei dati tra un’applicazione e l’altra o tra una piattaforma e l’altra.

“Il dati sono la base comune di tutte le trasformazioni digitali”, ha sottolineato Gerrit Kazmaier, vicepresidente e general manager Databases, Data Analytics and Business Intelligence di Google Cloud. “Impegnandoci su standard di dati aperti, accesso e integrazione tra le piattaforme dati e le applicazioni oggi più popolari, crediamo di poter accelerare in modo significativo la trasformazione delle aziende e chiudere il gap che separa i dati dal valore”.

 


I membri dell’alleanza (che è aperta all’ingresso di nuovi vendor e operatori) si impegnano su tre fronti: accelerare l’adozione da parte del mercato di modelli e standard comuni di elaborazione dati; ridurre le complessità legate alla gestione e protezione dei dati e alla compliance; e infine aiutare le aziende a colmare il famigerato skill gap nell’ambito degli analytics. 

“Siamo entusiasti di collaborare con Google Cloud e con i membri della Data Cloud Alliance per unificare l’accesso ai dati attraverso i diversi ambienti cloud e applicazioni”, ha dichiarato Mark Porter, chief technology officer di MongoDB. Vale la pena notare come in questa alleanza Google abbia scelto dei partner che offrono servizi complementari, mentre non c’è traccia di concorrenti come Aws e Microsoft.


 

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