Prosegue il giallo sull’eventuale divieto di portare laptop a bordo degli aerei diretti negli Stati Uniti. Dopo varie indiscrezioni e mezze dichiarazioni circolate nei giorni scorsi, quella che è ormai diventata una partita a rimpiattino fra Usa ed Europa si è arricchita di un altro colpo di scena: ieri la testata Politico ha dato conto di una voce di corridoio circolante all’interno dell’amministrazione Trump, secondo cui il governo avrebbe deciso definitivamente di non imporre alcun bando. Un rumors smentito però quasi immediatamente da David Lapan, portavoce del Dipartimento della Sicurezza a stelle e strisce. Citando un funzionario di Bruxelles e fonti interne al gabinetto statunitense, Politico ha scritto che la decisione sarebbe stata presa durante una call dal segretario Usa alla sicurezza nazionale, John Kelly, in accordo con i commissari europei Dimitris Avramopoulos (migrazioni, affari interni e cittadinanza) e Violeta Bulc (trasporti).
Lapan ha poi confermato, tramite comunicato, che la telefonata è effettivamente avvenuta e che al centro della chiacchierata sono stati posti tre concetti: innanzitutto, il bisogno di aumentare la sicurezza aerea; in secondo luogo, le parti hanno dichiarato di voler continuare a cooperare, mantenendo aperte tutte le linee di comunicazione; infine, ed è questo il punto centrale, il divieto di portare i laptop a bordo non è stato annunciato, “ma l’opzione è ancora sul tavolo” e che non c’è una timeline per un’eventuale decisione.
Lo stop ai computer (e a tutti i dispositivi più grandi di uno smartphone) nei bagagli a mano dei voli diretti negli Usa riguarda ad oggi nove compagnie aeree mediorientali, di Paesi a maggioranza musulmana: Giordania, Qatar, Kuwait, Marocco, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Egitto e Turchia. I vettori colpiti dal divieto sono: Royal Jordanian, Egypt Air, Turkish Airlines, Saudi Arabian Airlines, Kuwait Airways, Royal Air Maroc, Qatar Airways, Emirates ed Etihad Airways.