18/05/2020 di Redazione

Financial Services di Oracle fa il suo ingresso in Italia

La Global Business Unit dell’azienda debutta nel nostro Paese con l’obiettivo di accelerare il percorso di innovazione nei settori finanziario e assicurativo.

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Oracle annuncia l’ingresso sul mercato italiano della Global Business Unit for Financial Services. L’obiettivo è quello di aiutare, le istituzioni finanziarie, assicurative e le realtà del fintech, ad accelerare il proprio percorso di innovazione e di adozione di modelli di finance moderni, in modo che possano affrontare al meglio le sfide che il settore propone.

Con una Business Unit dedicata, Oracle offre al settore servizi di consulenza e una piattaforma tecnologica, che fa leva su oltre sessanta applicazioni e servizi, on-premise o in cloud, per consentire alle aziende di realizzare la trasformazione digitale, sfruttando appieno anche il potenziale delle tecnologie emergenti quali intelligenza artificiale e machine learning. Si ottengono in questo modo soluzioni end-to-end e integrate per retail, corporate & investment banking, assicurazioni e asset manager.

La proliferazione di diversi sistemi e tecnologie usati dagli attori coinvolti nei processi finanziari, e il diverso modo di intendere e comunicare le informazioni hanno tradizionalmente creato molte complessità e costosi errori nella gestione finanziaria. C’è di più: l’assenza di una fonte di dati univoca, utilizzabile in modo trasversale, ha impedito di sfruttare al meglio le informazioni disponibili per migliorare i processi aziendali e conseguentemente realizzare maggiori profitti”, spiega Antonio Colasante di Oracle. “Oggi, a fronte della complessità di scenari economici sempre più mutevoli, questa situazione non è più sostenibile, e l’evoluzione normativa del settore che spinge verso la trasparenza, la standardizzazione, la garanzia di univocità e gestione corretta del dato lo dimostrano. Con la nostra proposta vogliamo offrire ai clienti la possibilità di superare le inefficienze e le inadeguatezze nei loro processi, facendo sì che la ‘compliance’ non sia più solo un costo, bensì un motore di profitto”.

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