11/07/2014 di Redazione

Frodi online, i diretti interessati le sottovalutano

Secondo un sondaggio condotto di Kaspersky Lab, il 52% delle società finanziarie rimborsa le perdite subite dai clienti a causa di truffe crybercriminali senza nemmeno indagare sulle circostanze. Un terzo circa degli addetti ai lavori e ritiene questi dan

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Quanto costano le frodi online? Una domanda a cui è difficile rispondere, se è vero che la portata di molte delle operazioni di crybercrimine a scopo di furto di denaro e dati in questi anni è stata tale da colpire centinaia di migliaia, se non milioni di utenti. E se è vero che ai danni materiali dei truffati si affiancano quelli di reputazione per le banche o per i servizi di pagamento online attaccati dai criminali informatici. Quel che è certo è che una fetta non indifferente di società che lavorano con i pagamenti online sembra accettare questo stato di fatto e addirittura lo sottovalutano, ritendendo più gravoso l’investimento in soluzioni di sicurezza avanzate rispetto al danno legato alle frodi.


A dirlo è un’indagine commissionata da Kaspersky Lab e condotta da B2B International nella prima metà di quest’anno su 3.900 utenti aziendali di 27 Paesi: il 52% delle società finanziarie rimborsa le perdite subite dai clienti durante una frode online senza indagare sulle circostanze. Quasi un terzo delle aziende ritiene che i costi dei rimborsi siano inferiori all'eventuale investimento necessario per dotarsi di una protezione adeguata.

Nel dettaglio, il 28% dei rappresentanti di società finanziarie e il 32% dei dipendenti dei negozi online sono convinti che le perdite totali causate dalla criminalità informatica (tra cui il rimborso del denaro rubato) non superino i costi che comporterebbe implementare una soluzione di sicurezza. Solo il 19% delle società finanziarie e il 7% dei marketplace online ritengono che il costo per compensare le perdite subite dai clienti meriti di essere citato fra le tre conseguenze più gravi di una frode informatica.

Eppure i dati suggerirebbero a questo minoritario, eppure significativo, 28-32% di addetti ai lavori di non sottovalutare il costo e la portata delle frodi finanziarie. Lo scorso anno, in base ai rilevamenti del Kaspersky Security Network, nel 2013 quasi 4 milioni di utenti di Kaspersky Lab (il 18,6% in più rispetto al 2012)  hanno subito un tentativo di furto di denaro da parte di un malware finanziario. Lo scorso dicembre alcune banche nordamericane hanno perso oltre 200 milioni dollari in seguito alla sottrazione di dati personali o di carte di credito dei propri clienti; e la cifra, sottolinea Kaspersky, potrebbe essere di molto superiore a quella dichiarata, perché in questi casi il primo tentativo delle vittime è quello di salvare la reputazione minimizzando il danno subito.

L'82% delle aziende considererebbe l'idea di cambiare banca in seguito a episodi di furto dati;

solo il 23% dei clienti è convinto che il proprio istituto finanziario si protegga in modo adeguato dalle frodi It.


“Oltre a dover accantonare fondi volti a rimborsare il denaro rubato ai clienti, per le società finanziarie esiste anche la necessità di coprire i costi di gestione dovuti ai reclami da parte dei clienti stessi”, ha sottolineato Ross Hogan, a capo della divisione Fraud Prevention di Kaspersky Lab. “Inoltre, anche quando le vittime ricevono i rimborsi in tempi rapidi, sono comunque propense a pensarci due volte prima di usare i servizi di una banca che ritengono non possa garantire la sicurezza dei loro conti online. È quindi molto meglio evitare la perdita piuttosto che rimborsare”.

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