28/12/2018 di Redazione

I bunker di Data4 al servizio di provider e aziende

L’offerta di hosting e colocation dell’operatore francese si fonda su data center costruiti su principi di protezione e alta tecnologia all’avanguardia. L’attenzione dei clienti è in crescita, come dimostra il prossimo varo della quarta infrastruttura nel

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Tre fatti importanti hanno segnato il 2018 di Data4, fornitore di servizi di hosting e colocation nato in Francia, ma ormai ben radicato anche in Italia. In prima battuta, più o meno a metà anno, Axa Investment Managers è divenuta proprietaria al 100% della società, dopo essere già entrata in passato nel capitale e aver rilevato il restante 63% da Colony Capital, che aveva avviato le attività nel 2006 e ha contribuito a uno sviluppo oggi costruito su 15 data center in Francia, Italia e Lussemburgo. L’investimento sancisce un percorso di crescita che si misura in 82mila metri quadrati di spazio occupati con le infrastrutture oggi operative, un giro d’affari complessivo di 50 milioni di euro e la costruzione di un nuovo data center al ritmo costante di nove mesi: “Questo si deve al modello originario, fondato sul principio di replicabilità del progetto e della proprietà di strutture a campus, per garantirci un’espandibilità in linea con la crescita del business. La stessa logica impronterà l’allargamento della nostra presenza anche in Spagna, a partire dal 2019”, spiega Davide Suppia, country manager di Data4 Italia.

Il secondo passo rilevante riguarda l’annuncio di D4 Smart Datacenter, che si basa sul software Dcim 2.0 e offre ai clienti la possibilità di ottenere una visibilità completa e in tempo reale, tramite apposito portale Web, sul funzionamento delle risorse informatiche ospitate nei server di Data4. L’intento è di offrire una gestione proattiva e semplificata, capace di sfruttare l’agilità per allineare sempre le risorse utilizzate alle esigenze di business.

“Ogni nostro data center ospita 5.500 sensori”, specifica Suppia, “in modo tale da poter fornire informazioni estremamente dettagliate sui consumi delle macchine, ma anche quanto assorbono in termini di potenza o di spazio. Inoltre, in questo modo si va incontro anche alle esigenze di corporate social responsibility delle aziende, mettendo a disposizione tutti i Kpi che descrivono l’impatto dell’utilizzo delle risorse informatiche”. In Italia il servizio sarà disponibile a partire dalla metà del 2019.

Gli sviluppi in Italia

La terza novità nel 2018 di Data4 riguarda l’annuncio della costruzione di un quarto data center nel campus principale della società a Cornaredo, nella periferia sud di Milano. L’opera segue un percorso lineare di crescita e un piano di investimenti destinato a raggiungere la cifra di 250 milioni di euro nell’arco di dieci anni. Nella sede lombarda sono stati occupati circa 10 ettari di terreno, totalmente bonificato all’inizio e potenzialmente pronto a ospitare fino a 10 data center.

Lo spazio nelle prime tre infrastrutture è ormai quasi saturo”, rivela Suppia, “ma abbiamo clienti che chiedono di poter utilizzare risorse ridondate ed è per questo che abbiamo deciso un ampliamento, presumibilmente destinato a proseguire con un quinto stabile entro un altro paio d’anni. Ormai possiamo contare su una clientela significativa, a cominciare dai primi cinque cloud provider presenti anche in Italia. Ci premia la scelta di realizzare in proprio le nostre infrastrutture, consentendoci di implementare tecnologie di massimo livello in termini di sicurezza e gestione energetica, in quest’ultimo caso anche grazie all’alimentazione elettrica ad alta tensione, che trasporta un segnale assai più pulito e quasi azzera le interruzioni”.

Ma non è tutto. Durante l’anno Data4 ha lanciato anche Digital Hub, una piattaforma che consente di collegare i data center del campus con oltre 110 destinazioni di cloud pubblico, con l’obiettivo di consentire ai clienti di consolidare le loro architetture ibride, generalmente composte da applicazioni proprietarie, soluzioni standard, infrastrutture di calcolo e di storage dei dati, virtualizzate e non, on-premise e in cloud.

Infine, da poco è attivo anche un Vip Partner Program indirizzato ai system integrator, che lavorano soprattutto con le Pmi e non dispongono di data center propri: “Ci proponiamo come partner in grado di offrire loro le risorse di base e la relativa sicurezza”, conclude Suppia, “senza fare alcuna concorrenza in termini infrastrutturali o di integrazione. In questo modo, vogliamo favorire il loro lavoro di supporto alle realtà più piccole, che percepiscono il vantaggio di una migrazione della loro infrastruttura, ma sono ancora restie ad accettarla e certamente non dispongono di risorse interne per gestirla in ogni aspetto”.

 

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