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I Note 7 continuano ad avere “bollori”: Samsung ferma tutto

Secondo le cronache si sarebbero verificati nuovi casi di dispositivi già sostituiti che prendono comunque fuoco. L’azienda ha deciso di interrompere temporaneamente la produzione e i principali operatori telefonici Usa hanno bloccato le vendite dei phablet nei propri negozi.

Pubblicato il 10 ottobre 2016 da Alessandro Andriolo

È finita l’era dei Galaxy Note 7. E forse pure quella di tutto il brand Note. Secondo l’agenzia coreana Yonhap News sembra che Samsung abbia deciso di interrompere temporaneamente la produzione dei phablet, in quanto dal mondo continuerebbero ad arrivare notizie di nuovi incendi ed esplosioni. Causati anche, apparentemente, da dispositivi non in carica, spenti o addirittura già sostituiti e quindi teoricamente sicuri. Dopo il fattaccio successo la scorsa settimana a bordo di un aereo della Southwest Airlines, sono almeno altri quattro casi di Note 7 andati letteralmente in fiamme. E nel frattempo diversi operatori telefonici americani, tra cui At&T e T-Mobile, hanno deciso di interrompere le vendite dei dispositivi nei propri negozi e Sprint propone il cambio con uno smartphone di un altro produttore. I carrier, però, continueranno ad accettare e a rimborsare i device riconsegnati dai proprietari.

Il primo episodio si è verificato a Nicholasville, in Kentucky, dove il possessore del phablet si è ritrovato la camera da letto piena di fumo e il dispositivo in fiamme. Michael Klering, questo il nome della “vittima”, è poi stato ricoverato in ospedale a causa di una bronchite acuta legata all’intossicazione da fumo.

In Minnesota, invece, una tredicenne di Farmington si è vista squagliarsi in mano la cover protettiva del Note 7 già sostituito. La ragazzina si è bruciata un pollice. Secondo le prime ricostruzioni, Samsung sarebbe stata a conoscenza di questi episodi, ma avrebbe taciuto. The Verge riporta poi come un altro phablet già sostituito abbia preso fuoco in una casa in Virginia, domenica mattina. Un caso analogo a quello del Kentucky: Note 7 sul comodino e camera da letto piena di fumo.

 

Credits: Shawn Minter. Il Note 7 andato a fuoco in Virginia

 

Infine a Houston, in Texas, Daniel Franks era a pranzo con la famiglia quando il device ha ben pensato di andare a fuoco senza spiegazioni: non era infatti, a quanto riportano le cronache, nemmeno collegato alla presa di corrente. Fino ad oggi Samsung non ha rilasciato dichiarazioni circostanziate, se non qualche commento generico sulla collaborazione in atto tra l’azienda e l’ente a stelle e strisce per la sicurezza dei prodotti elettronici (Us Consumer Product Safety Commission).

Secondo l’Associated Press, il colosso sudcoreano starebbe “regolando la fabbricazione dei Galaxy Note 7 per ‘garantire’ qualità in seguito ad altri resoconti di incendi”. Se i nuovi incendi dovessero essere confermati ufficialmente dalle indagini in corso, la società asiatica non potrebbe fare altro che avviare una seconda campagna di richiamo, in aggiunta quindi alla prima fase che finora ha interessato quasi 2,5 milioni di dispositivi.

Un ulteriore danno economico e d’immagine per Samsung, che potrebbe anche significare la fine del brand Note: i consumatori riporranno ancora fiducia nell’affidabilità di questa gamma di device? Nel frattempo l’azienda ha pubblicato la guidance relativa al terzo trimestre fiscale del 2016. Nonostante i recenti problemi, Samsung si aspetta un profitto operativo di circa sette miliardi di dollari, per un totale venduto di 44 miliardi. Numeri sopra le aspettative degli analisti: il profitto è infatti cresciuto di 3,6 milioni di dollari rispetto allo stesso trimestre del 2015.

 

Credits: Wkyt. Il phablet di Samsung dopo l'incendio in Kentucky

 

Ma, secondo l’analista Chung Chang Won di Nomura Holdings, la società sarebbe potuta andare ancora meglio. Se solo non si fosse messo di mezzo il grosso problema con i Note 7. “Samsung si aspettava di rendere molto meglio quest’anno”, ha commentato Chung. Il profitto trimestrale del chaebol è comunque il migliore da due anni a questa parte.

A salvare una situazione precaria nel mobile (i risvolti della vicenda Note 7 ancora non sono completamente chiari), sarebbe però intervenuta in particolar modo la divisione dei semiconduttori, la quale avrebbe registrato numeri decisamente buoni. “Se l’unità mobile non andrà incontro a ulteriori vicissitudini e data l’ottima performance del business della componentistica, le azioni di Samsung continueranno a salire in maniera significativa”, ha aggiunto Chung.

 

Tag: smartphone, samsung, hardware, phablet, AT&T, sprint, richiamo, T-Mobile, Note 7

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