18/02/2022 di Redazione

Il metaverso incombe, una persona su quattro lo userà intensamente

Secondo le previsioni di Gartner, avremo un unico metaverso condiviso tra differenti vendor e regolato da scambi di criptovaluta ed Nft. Il 25% delle persone vi trascorrerà almeno un’ora al giorno.

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Fra pochi anni, una parte di noi - una persona su quattro - sarà un frequentatore abituale del metaverso. Ovvero vi passerà almeno un’ora al giorno, indossando visori di realtà virtuale per fare shopping, per videogiocare, per seguire una lezione o anche per svolgere un’attività lavorativa come la partecipazione a una riunione. Questa è la previsione di Gartner: entro il 2026 il 25% degli utenti trascorrerà almeno un’ora della propria giornata immerso in questa dimensione digitale, parallela a quella del mondo fisico, che Mark Zuckerberg ha scelto di chiamare “metaverso”, seguito poi a ruota da un po’ tutti gli attori del mercato tecnologico. Oggi la società di Menlo Park non è l'unica a investire pesantemente in questa direzione (e il rebranding di Facebook in Meta non è stato certo casuale), in prima linea ci sono anche Microsoft e Nvidia, per fare due nomi importanti. Apple a parole ha preso le distanze dall'idea di una dimensione digitale in cui passare il tempo, però nella sostanza i suoi futuri visori di realtà aumentata non si collocano troppo lontano.

Ma attenzione alle definizioni: il metaverso non è un semplice spazio digitale immersivo, come quello di un videogioco in solitaria o di un cartone animato in 3D. Nella definizione di Gartner, è uno spazio virtuale collettivo e condiviso, creato dalla convergenza tra la realtà fisica e quella digitale. Inoltre il metaverso è persistente, cioè non scompare al termine di una sessione di utilizzo e, poggiando sul cloud, è indipendente dal dispositivo usato per accedervi.

Nel futuro che va delineandosi, quindi, potremo entrare e uscire dal metaverso usando i visori di realtà virtuale o aumentata ma anche un tablet o uno smartphone. Non ci sarà un singolo vendor proprietario, sottolinea Gartner, e dunque è probabile che all’interno di questa dimensione si svilupperà una economia virtuale regolata dalle criptovalute e dai token non fungibili (la tecnologia Nft, di cui oggi tanto si parla, e che si sta facendo strada nel mondo del marketing e come forma di investimento).

“I vendor”, ha scritto Marty Resnick, research vice president di Gartner, “stanno già creando modalità cui gli utenti possono replicare le proprie vite all’interno di mondi digitali. Dal frequentare una lezione virtuale all’acquisto di appezzamenti di terra e abitazioni virtuali, queste attività al momento vengono svolte in ambienti separati. Prima o poi, accadranno tutte in un unico ambiente, il metaverso, che avrà destinazioni multiple sulle diverse tecnologie ed esperienze”.

 

 

 

Le opportunità del metaverso per le aziende
Per quanto riguarda le attività lavorative, gli analisti prevedono che il metaverso possa fornire alle aziende uno spazio, un framework, all’interno del quale poter collaborare a distanza, comunicare, scambiare dati. Non è quello che già oggi facciamo con le tecnologie Ucc, le Unified Communication and Collaboration? Sì, ma con due sostanziali differenze. Le applicazioni Ucc, al momento, vengono soprattutto fruite tramite Pc o smartphone, fatta eccezione per usi specifici (i visori Microsoft Hololens2, per esempio, possono integrarsi con Teams). Il metaverso, invece, nasce come dimensione immersiva e permetterà di partecipare a eventi virtuali, riunioni di lavoro, fiere e convegni in modo assai più realistico.

La differenza più importante è però forse un’altra: il metaverso metterà a disposizione la propria infrastruttura tecnologica, di calcolo, di archiviazione e di rete, evitando alle aziende di dover pensare a questi aspetti. “Le aziende”, scrive Resnick, “potranno espandere e potenziare i propri modelli di business in modalità senza precedenti, passando dal digitale al metaverso”. Dunque, secondo Gartner, entro il 2026 il 30% delle organizzazioni del mondo avrà trasformato i propri prodotti e servizi in modo da renderli compatibili con il metaverso. “È ancora troppo presto per sapere quali investimenti saranno fattibili nel lungo periodo”, avverte l’analista, “ma i manager di prodotto dovrebbero prendersi il tempo per imparare, esplorare e prepararsi per il metaverso, così da potersi posizionare in modo competitivo”.

 

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