25/11/2017 di Redazione

L'assistente virtuale che non “spiffera” al cloud è francese

La startup francese Snips presenta una piattaforma con cui è possibile realizzare applicazioni di intelligenza artificiale e riconoscimento vocale per qualsiasi tipo di dispositivo. Senza inviare alcun dato alla nuvola, a differenza di quanto fatto da Sir

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L'intelligenza artificiale conquisterà il mondo. Se l'affermazione pare troppo altisonante, certo non esagerato dire che una particolare declinazione dell'AI, cioè gli assistenti virtuali che rispondono a comandi vocali, conquisterà un numero e una varietà crescente di dispositivi da qui a pochi anni. Apple (con Siri), Microsoft (Cortana), Google (Google Assistant) e Amazon (Alexa) hanno aperto la strada, seguiti recentemente anche da Samsung (con Bixby, il “maggiordomo virtuale” degli smartphone Galaxy). Esistono però delle alternative più semplici da praticare nel caso si voglia uscire dal territorio degli smartphone e degli smart speaker, provando a portare forme di “intelligenza”, magari più limitate, su dispositivi di altro tipo.

Se c'è un elemento in comune a cinque esempi citati, è il cloud: impensabile non usare la nuvola per scambiare, conservare e prelevare dati. Il cloud estende le capacità di pensiero di Siri, Cortana, Alexa, Google Assistant e Bixby, contenendo informazioni e modelli software (gli algoritmi), oltre a permettere la sincronizzazione dei dati fra dispositivi e, dunque, l'uniformità dell'esperienza utente . Ma tutto questo serve davvero, in qualsiasi circostanza? Per Snips, una startup francese nata cinque anni fa e da qualche mese attiva sul mercato, la risposta è no.

Per la giovane azienda parigina, con seconda sede a New York, non è obbligatorio ricorrere sempre al cloud, né gli assistenti virtuali devono per forza essere uguali fra di loro e completi di ogni elemento. Pur lavorando al progetto da cinque anni, il team di Snips ha lanciato solo lo scorso giugno la propria piattaforma per sviluppatori, alternativa a servizi come Alexa Voice Service e Google Assistant SDK : in cinquemila l'hanno già sperimentata, creando oltre 14mila programmi di assistenti virtuali comandati tramite voce. Assistenti che svolgono le azioni più disparate, dal controllo dell'illuminazione di un appartamento alle ripetizioni di geometria, passando per il gioco delle parole crociate.

La novità di questi giorni è un servizio chiamato Data Generation, che permette di incorporare facilmente all'interno di un dispositivo programmi di assistenza vocale che non dialogano con il cloud e che, di conseguenza, funzionano anche in modalità offline. Con l'ulteriore vantaggio di non mettere a rischio, nemmeno potenzialmente, la privacy degli utenti.

Per questa tecnologia, frutto di un anno di lavoro di un gruppo di quaranta informatici, Snips ha fatto richiesta di brevetto. Nel frattempo, prima del lancio odierno ha già permesso ad alcuni clienti di sperimentarne in anteprima il funzionamento, “con risultati fantastici”, assicura il fondatore. Rand Hindi. L'obiettivo finale è quello di rendere possibile l'integrazione di un assistente di intelligenza artificiale “in qualsiasi tipo di dispositivo”.

Snips si fa carico di parte del lavoro normalmente richiesto agli sviluppatori. Questi ultimi danno il via al progetto, definendo alcuni comandi e variabili (per esempio “data” e “luogo”) e fornendo alcuni esempi, ma a differenza di quanto accade normalmente non sono tenuti a inserire manualmente centinaia di variazioni delle query. Al costo minimo di 100 dollari e a salire fino a 800, la Data Platform si occupa di aggiungere le variazioni, poi di condividere il lavoro con siti di crowdsourcing (come Amazon Mechanical Turk) e, infine, di “ripulire” l'insieme di dati. Il software così creato occupa tipicamente qualche centinaio di megabyte, e dunque si presta a essere installato anche su dispositivi dotati di risorse minime di calcolo e memoria.

 

 

Il servizio di Data Generation può essere usato da solo o in combinazione con altri prodotti di Snips, utili nel caso si vogliano creare applicazioni più complesse (con capacità di comprensione del linguaggio naturale, per esempio). Al momento la piattaforma permette di creare assistenti virtuali che riconoscono la voce dell'utente, con l'attuale limite di saper comprendere solo l'inglese e il francese. A ogni interazione, il messaggio recepito dall'applicazione viene tradotto da audio a testo scritto, al pari di quanto fatto dai più noti programmi di Apple, Amazon, Google e Samsung; a differenza di questi ultimi, però, per “interpretare” la frase trasformandola in un comando e generando un'azione non è necessario inviare i dati al cloud. Tutto resta sul dispositivo.

 

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