17/02/2016 di Redazione

La moda made in Italy cresce con la virtualizzazione

Twin-Set Simona Barbieri ha adottato la tecnologia di Vmware per sostenere la crescita del business e, in particolare, per ampliare l’infrastruttura virtualizzata e facilitare la migrazione su un nuovo data center.

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Per portare nel mondo la moda italiana, un’azienda come Twin-Set Simona Barbieri si è servita della “complicità” della virtualizzazione dell’It. Negli anni, collezione dopo collezione, l’azienda fondata nel 1987 nel “distretto della maglieria” di Carpi, nel modenese, è cresciuta sia allargando l’offerta (dai jeans alla lingerie, fino alle calzature e alle borse) sia allungando il suo raggio commerciale. Entrata nel 2012 nel fondo di private equity Carlyle, oggi conta 700 addetti fra la sede centrale e i negozi di proprietà, e distribuisce i suoi capi di abbigliamento e accessori in cinque continenti

Da questo scenario è nata una sfida tecnologica: ampliare l’infrastruttura It per sostenere la crescita del business e per fornire un adeguato livello di servizio ai software gestionali acquistati negli ultimi anni. E c’era anche un secondo obiettivo, più immediato, cioè quello di spostare il data center verso un sito remoto, in attesa dell’inaugurazione della nuova sede attualmente in costruzione.

In questa fase di transizione, la società modenese ha fatto ricorso a un’infrastruttura virtualizzata, poggiata su un data center remoto. La scelta di Vmware è risultata naturale, sia perché l’azienda fin dal 2013 disponeva di una un’infrastruttura vSphere, di dimensioni non rilevanti (su un hardware che risultava ormai datato), sia perché si tratta di un vendor che “consideriamo leader di mercato e che rappresenta una garanzia, quando si parla di gestione dei servizi di virtualizzazione”, come sottolineato da Pierluigi Sacchetti, infrastructure manager di Twin-Set Simona Barbieri. E mentre in passato la tecnologia di Vmware era stata utilizzata per il consolidamento dell’infrastruttura, nel nuovo progetto è servita a ottimizzare le prestazioni e i servizi.

Con il supporto del system integrator Netmind è stata, dunque, adottata vSphere with Operations Management, una soluzione che combina funzionalità di virtualizzazione e capacità di gestione unificata integrata. Il progetto ha previsto l’utilizzo di un blade con sei lame, con due cluster di tre nodi. Con questa soluzione, l’azienda ha potuto sia creare una nuova infrastruttura di virtualizzazione poggiata sul data center remoto, sia ottenere una serie di altri vantaggi: fra gli altri, un’allocazione efficiente dello storage, l’ottimizzazione dei servizi di rete, l’automazione di alcune attività e una maggiore disponibilità delle risorse.

 

 

Tutto questo si è tradotto in una migliore operatività dell’infrastruttura, in una più semplice gestione delle macchine e una maggiore stabilità. Elemento, quest’ultimo, che ha permesso di passare rapidamente da 25 a 68 macchine virtuali. “La virtualizzazione ci ha consentito di far crescere l’It e i suoi servizi in parallelo alla crescita vissuta negli ultimi anni dall’azienda”, conferma Sacchetti. Il beneficio ulteriore riguarda l’ultimo step del progetto di rinnovamento It, cioè il “trasloco” nella nuova sede. I dati relativi all'utilizzo delle risorse dell'infrastruttura, raccolti in questo periodo di transizione, serviranno a dimensionare correttamente il nuovo data center.

 

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