03/03/2021 di Redazione

La Pubblica Amministrazione accelera nel digitale e sceglie il cloud

La pandemia di covid-19 ha evidenziato le criticità latenti nelle infrastrutture IT di alcuni enti pubblici. Ma la trasformazione ha preso il largo, come testimoniato da Vmware.

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L'emergenza del covid-19 ha portato le Pubbliche Amministrazioni italiane a confrontarsi con l’urgenza di digitalizzare velocemente le attività, eliminando i blocchi che avevano ritardato questa evoluzione in passato. La situazione ha fatto emergere con più evidenza le criticità delle infrastrutture IT di alcuni enti del settore pubblico: l’insuccesso dei vari “click day” susseguitesi nell’ultimo periodo ha dimostrato la necessità di realizzare servizi che siano “nativamente digitali”, anziché semplicemente trasporre online prassi e processi antiquati. I cittadini sempre più chiedono infrastrutture performanti e le amministrazioni pubbliche devono velocizzare questo passaggio.

Come emerso durante un recente ciclo di roundtable organizzate da VMware e The Innovation Group (“Cio exchange: La PA si trasforma con il digitale“), coinvolgendo una community di CxO che seguono in prima persona i percorsi di innovazione digitale” della PA centrale e locale, la ripartenza dovrà essere il momento per creare infrastrutture resilienti. Infrastrutture che siano alla base di un più ampio percorso di innovazione e digitalizzazione dell’intero Paese. In una fase di accelerazione dei processi di trasformazione digitale, è importante essere coscienti delle nuove opportunità e di come affrontare questo momento. 

Gli incontri con gli executive di grandi enti della PA centrale e locale sono serviti a fare il punto su che cosa abbia insegnato la recente esperienza della pandemia circa la domanda di servizi pubblici avanzati, sicuri, veloci e gestibili da remoto da parte dei cittadini. E su come accelerare nei percorsi di digitalizzazione, abilitando lavoro agile ed efficienza operativa, con un modello operativo per il cloud comprensivo di automazione, governo e analisi. Il tutto, sia per contenere i costi sia per elevare le prestazioni e incrementare la resilienza operativa.

Dalla discussione sono emersi spunti importanti, legati soprattutto alla recente esperienza dello smart working, che ha richiesto un utilizzo più pervasivo di tecnologie digitali e in particolare un più rapido passaggio al cloud di numerose attività. In alcuni casi, dopo una prima fase di veloce migrazione, le amministrazioni hanno dovuto fermarsi e fare un passo indietro: è importante infatti che il cambiamento sia sempre guidato e tenuto sotto controllo, che ci siano un disegno e una strategia generale. Quindi, la definizione di percorsi il più possibile allineati con gli obiettivi che si pone l’ente pubblico, l’analisi di costi e benefici, la valutazione di aspetti di compliance e sicurezza rispetto a dati sensibili (per i quali spesso si delineano scenari di infrastrutture ibride).

Quali sono le raccomandazioni perché la transizione avvenga con successo? Da un lato, è importante che nella PA ci si svincoli da concetti di pura smaterializzazione o di digitalizzazione tout court, perché questi non portano reali benefici ma semplicemente replicano l’esistente con i suoi difetti. Importante, invece, pensare al vero valore aggiunto che si vuole portare alla propria utenza, conoscendola nelle sue caratteristiche e aspettative, oltre che rivedendo i meccanismi interni della PA laddove questi portano ritardi e duplicazioni inutili. E adottare una reale “innovation state of mind”, ossia, la capacità di rinnovarsi ogni giorno senza aver paura di sbagliare (perché in fondo è proprio dagli errori che si impara di più).

Dal punto di vista delle infrastrutture - quindi di tutto quanto riguardi l’erogazione di servizi ai cittadini oltre che il disegno di nuovi - l’obiettivo deve essere dotarsi di un approccio “cloud neutral”. Mettere la sicurezza di dati e infrastrutture al primo posto. Adottare modelli operativi che siano il più possibile consistenti e interoperanti attraverso le varie piattaforme a disposizione. Guardare al nuovo e, infine, mantenere aperta la possibilità di tornare indietro, ossia di riportare in casa dati e workload in qualsiasi momento.

Elena Vaciago, associate research manager di The Innovation Group

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