18/09/2017 di Redazione

Le aziende europee arrancano su software e caccia ai talenti

Un'indagine commissionata a Ca Technologies a Freeform Dynamics svela che solo un'azienda europea su cinque ha adottato i principi di agility, automazione, analisi e sicurezza. Si fatica, inoltre, a reperire professionisti esperti di sviluppo software, D

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Maestre o improvvisatrici del software, capaci di prendere in mano le redini dell'innovazione o piuttosto costrette a subirla? Le aziende europee attraversano una transizione, trovandosi in molti casi ancora nelle primissime fasi della cosiddetta “trasformazione digitale”. Una nuova ricerca commissionata da Ca Technologies a Freeform Dynamics (“Don't Let an Outdated Software Strategy Hold You Back”) ha coinvolto circa 1.200 responsabili It, di cui 466 dipendenti di società italiane, francesi, tedesche, svizzere e britanniche. E ha scoperto che nel Vecchio Continente c'è solo un 21% di aziende che meritano l'etichetta di “maestre del software”, avendo già adottato al loro interno i principi dell’agility, dell'automazione, dell'analisi e della sicurezza.

Rispetto a tutte le altre realtà, etichettate come “mainstream”, le “maestre” hanno scelto di sfruttare al meglio le potenzialità del digitale, sia adottando nuove tecnologie e concentrandosi sullo sviluppo di nuove applicazioni, sia pensando a reclutare talenti. Queste aziende impostano con maggiore facilità strategie basate sulle applicazioni (nel 58% dei casi, contro il 19% delle realtà del gruppo mainstream), sono brave a capire come sviluppare i propri software per ottenere certi obiettivi di business (42% versus 16%) e inoltre si preoccupano di capire le esigenze dei clienti e di offrire una buona customer experience (57% versus 24%). Per quanto riguarda la ricerca e assunzione del personale, le aziende “maestre” hanno il doppio delle possibilità di assumere facilmente sviluppatori software esperti e una capacità 1,6 volte maggiore di attirare giovani talenti, sviluppatori appena laureati.

Le percentuali sopra snocciolate non sono una semplice statistica che riguarda i dipartimenti It, ma si traducono in effetti concreti per l'intera impresa. Le aziende piò orientate al digital ottengono tendenzialmente migliori risultati economici: in media, rispetto al gruppo “mainstream”, mostrano un tasso di crescita degli utili maggiore del 70% e un tasso di crescita dei ricavi maggiore del 50%.

Lo studio”, ha commentato Otto Berkes, executive vice president e chief technology officer di CaC Technologies, “dimostra chiaramente che chi non segue un approccio moderno allo sviluppo e all’utilizzo del software e non dispone di una software factory interna necessaria a realizzare i propri progetti di business è destinato a restare indietro in un mondo dove saranno sempre più i Master a ottenere i risultati migliori”.

 

Le competenze scarseggiano
Nonostante alcune aziende ci riescano meglio di altre, in generale non è facile reperire professionisti dotati di compentenze avanzate in materia di sviluppo e gestione del software. In Italia in particolare, secondo i dati della ricerca, il 72% delle imprese ha difficoltà ad assumere creativi capaci di sviluppare nuove app, mentre il 68% fatica ad attrarre professionisti esperti in metodologie e tecnologie di sviluppo software.

Ancor più ostica è la ricerca di esperti di DevOps (difficile per l'82% dei responsabili It italiani intervistati), di professionisti con competenze specifiche su machine learning e intelligenza artificiale (76%) e di esperti di applicazioni mobili o Web e di Api (74%). La situazione non migliora di molto quando si ricercano giovani alla prima esperienza: il 64% delle aziende italiane ha difficoltà a trovare sviluppatori software neolaureati.

 

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