05/11/2019 di Redazione

Le aziende Usa aspettano il permesso di fare affari con Huawei

Il segretario al Commercio, Wilbur Ross, ha dichiarato che le rischieste di licenza da parte di società statunitensi per aggirare la il veto sono state 260, più del previsto.

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Per Huawei le tasse sulle importazioni dalla Cina e l’inserimento nella lista nera del Dipartimento del Commercio statunitense (per presunte ragioni di sicurezza e cybersicurezza) non sono stati uno scherzo. Ma le aziende Usa intenzionate a continuare a comprare componenti e servizi oppure a vendere prodotti di Huawei non mancano, anzi: in 260 hanno fatto richiesta per ottenere la speciale licenza che permette di intrattenere una relazione commerciale con la società di Shenzhen, a dispetto della blacklist. Lo ha fatto sapere in un’intervista concessa a Bloomberg il  segretario al Commercio, Wilbur Ross, sottolineando che il numero è superiore alle previsioni.

 

Le licenze non sono ancora materialmente nelle mani dei 260 richiedenti, ma a detta di Ross arriveranno “molto presto”. Intanto dalle due sponde dell’oceano Pacifico, e anche in Europa, si attende di sapere se e quando sarà raggiunto l’accordo commerciale Usa-Cina o quantomeno la cosiddetta “fase uno”. Lo stesso Donald Trump, in una recente tappa del proprio tour pre-elettorale, ha annunciato che la trattativa va avanti e che il governo di Xi Jinping è fortemente interessato a chiuderla. La richiesta cinese di eliminare i rincari sulle tariffe dell’import, tuttavia, difficilmente sarà accolta in toto e il segretario al Commercio ha ammesso che la trattativa è “particolarmente complicata”.

 

Tornando a Huawei, ieri a Parigi, in occasione di una conferenza dedicata al tema dell’innovazione, il direttore del board William Xu ha dichiarato che “se gli Stati Uniti possono continuare a fornire componenti a Huawei, sicuramente sono i benvenuti”. E se questo non dovesse accadere, e dunque l’azienda fosse costretta a trovare delle alternative ai chip di Intel e Qualcomm e al sistema operativo Android? Xu ha ostentato sicurezza, dicendo che in tal caso “comunque manterremmo una solida crescita del business”.

 

L’interrogativo pendente sul business di Huawei è soprattutto quello dei contratti 5G relativi alla fornitura alle telco di apparati per la realizzazione delle reti e per l’erogazione di servizi. Negli Stati Uniti, stando alle dichiarazioni di un dirigente, l’azienda sta trattando con diversi operatori di telecomunicazioni per la cessione di licenze di vendita delle proprie tecnologie 5G, che quindi troverebbero uno sbocco sul mercato. Per quanto riguarda gli smartphone, invece, il business pare effettivamente molto solido: tra un anno e l’altro (terzo trimestre 2019 versus terzo trimestre 2018) le vendite sono cresciute del 29% a volume.

 

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