17/05/2018 di Redazione

Microsoft torna a scuola, fra robot, sogni e professioni del futuro

In occasione dell'annuale Edu Day, la filiale italiana della multinazionale di Redmond ha mostrato alcuni dei progetti di formazione e digitalizzazione realizzati con scuole ed enti di ricerca. Il 65% dei giovanissimi finirà per svolgere professioni ancor

immagine.jpg

Mani tappezzate di sensori, che permettono di mappare e analizzare i movimenti delle dita, create tra una lezione di storia e un'ora di educazione fisica. Docenti che utilizzano tablet e navigazione Internet non solo per garantirsi l'attenzione delle giovani menti, ma per personalizzare la didattica. Opere architettoniche progettate tra i banchi di scuola, da bimbi di quinta elementare abilissimi con il software (i videgiochi insegnano, oltre a divertire) e aiutati da qualche papà ingegnere. Ma soprattutto aiutati dalla tecnologia di Microsoft, società che – all'estero così come in Italia – da anni ha premuto l'acceleratore sul tema dell'istruzione primaria, secondaria e universitaria, senza dimenticare nemmeno il mondo della ricerca. I progetti descritti sono casi reali, parte dei tanti raccontati a Milano, alla Microsoft House del quartiere Porta Nuova (sede italiana della multinazionale di Redmond), nella terza edizione dell'annuale ”Edu Day”.

 

Si è dato spazio ai ragazzi, anche giovanissimi, che con mirabile padronanza della materia hanno illustrato alcune iniziative figlie di una collaborazione creata fra Microsoft, il Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca e gli uffici scolastici di diverse regioni italiane. I ragazzi di quinta elementare della “Trento Trieste” di Cremona, per esempio, hanno raccontato di come abbiano realizzando con Minecraft il progetto di un ponte per la propria città, ricevendo i complimenti dell'amminsitrazione comunale. Ma si è parlato anche di accessibilità, cioè di come la tecnologia possa abbattere le barriere di apprendimento. Due le iniziative principali: Project Torino, un linguaggio di programmazione “fisico” che aiuta i bambini con deficit visivi a creare con il codice anche senza vedere le stringhe su uno schermo; e Project Zanzibar, un sistema di realtà mista in cui un tappetino flessibile identifica gli oggetti tangibili per trasporli in immagini digitali manipolabili.

 

Il protocollo con il Miur è stato un ottimo inizio e oggi i numeri iniziano a essere importanti”, ha detto l’amministratore delegato di Microsoft Italia, Silvia Candiani. “Credo davvero che con la partnership pubblico privato si possa arrivare dove da soli non potremmo”. Eccoli, i numeri: 65mila docenti e 20mila studenti formati nell'ultimo triennio (di cui settemila attraverso lezioni svolte ll’interno della Microsoft House milanese), ma anche oltre 110 università e istituti di ricerca a cui è stato garantito l’accesso a Office365 e al cloud di Azure. La nuvola, fra le altre cose, consente a progetti di ricerca che prevedono sistemi di intelligenza artificiale di poter sfruttare grandi potenze di calcolo altrimenti difficilmente accessibili, se non a costi proibitivi.

 

Su

Silvia Candiani, amministratore delegato di Microsoft Italia (sulla destra del palco)

 

Ne è esempio la piattaforma di machine learning per la medicina di precisione recentemente sviluppata da ricercatori della Fondazione Bruno Kessler di Trento grazie a un grant da 20mila dollari e grazie alle capacità di calcolo offerte da Azure: il sistema masso a punto utilizza algoritmi per simulare migliaia di modelli con cui è possibile individuare biomarcatori (per esempio quelli indicativi di tumori), per valutare la robustezza di tali modelli e il loro variare sulla base di parametri genetici.

Perché questo impegno nel campo dell’istruzione? “Crediamo di essere un’azienda che ha come missione quella di creare degli strumenti con cui tutti all’interno della propria organizzazione possano realizzare qualcosa e amplificare le proprie capacità, in modo da poter fare la differenza”, ha spiegato Candiani. “Bisognerà dedicare sempre più attenzione all’esigenza di cambiare la mentalità dei leader scolastici e degli insegnanti”, ha aggiunto Anthony Salcito, vice president education di Microsoft, ospite della sede milanese in occasione dell'Edu Day.

 

 

 

 

 

Un futuro da programmare in anticipo

Stando a una ricerca commissionata da Microsoft l’anno scorso, il 65% degli studenti che oggi frequentano le scuole primarie in futuro svolgerà lavori che oggi non esistono ancora. Qualche esempio? Possiamo immaginare che esisteranno degli “IoT designer” incaricati di progettare veicoli driverless. O dei “digital culture commentator”, guide museali per la realtà aumentata, o liberi professionisti che si definiranno “biohacker freelance”. Ma il digitale sarà parte di tutte le professioni, non solo di quelle tecnologiche.

 

L’apprendimento nell’era digitale deve porre al cnetro non solo la tecnologia, ma nuovi modelli di ditattica”, sottolinea Delia Campanelli, direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia. “Oggi non è più solo la didattica a essere interessata dall’adozione di un nuovo paradigma, ma anche l’organizzazione stessa degli istituti”. Stando a un monitoraggio eseguito nel 2017, la quasi totalità (97%) delle scuole lombarde è provvista di un sito Web e il 78% ha adottato il registro elettronico di classe, mentre solo il 41% utilizza applicativi di archiviazione elettronica e solo il 37% software per per la conservazione sostitutiva dei documenti.

 

ARTICOLI CORRELATI