Facebook vuole un mondo più connesso, certo utile ai propri scopi di social networking e pubblicità, ma anche filantropicamente inteso. Per questo è nata OpenCellular, una nuova piattaforma hardware e software che promette di portare ovunque le reti cellulari, togliendo progressivamente dal cono d’ombra gli oltre quattro miliardi di persone che, nel 2015, ancora risultavano privi di accesso a Internet. Un buon 10% della popolazione mondiale. Annunciata ieri, OpenCellular non è soltanto una tecnologia ma anche e soprattutto un progetto che vuole e deve fare affidamento sulla comunità open source prima di essere pronta ad arrivare sul mercato, forse già a fine 2016.
Al momento è già pronta e funzionante una prima versione confezionata nei laboratori di Facebook, un reference design con cui è possibile inviare e ricevere messaggi Sms, inoltrare telefonate e sfruttare una connettività dati piuttosto basica e appoggiata al 2G. Da qui si andrà avanti per migliorare la piattaforma affinché possa supportare ulteriori opzioni di comunicazione, “dal network in a box agli access point che funzionano con tutto, dal 2G all’Lte”, ha spiegato l’azienda.

In un secondo tempo verranno rese open source tutte le componenti della piattaforma (hardware, software e firmware), così da poter beneficiare dei contributi di operatori di telecomunicazione, Oem, ricercatori e soggetti privati. E non solo: Facebook collaborerà con il Telecom Infra Project per creare una vera e propria comunità di sviluppatori interessati alla causa.
OpenCellular vuol essere innanzitutto un’alternativa accessibile, che renda più conveniente per gli operatori i progetti di estensione della rete su aree raggiunta da scarsa o cattiva copertura. “Rendendo open source la progettazione dell’hardware e del software di questa tecnologia, ci attendiamo che i costi per gli operatori diminuiscano e che la tecnologia risulti accessibile a nuovi soggetti”, sottolinea la nota dell’azienda. Finora, invece, una delle ragioni che ha rallentato l’espansione delle reti cellulari sono stati i costi di costruzione e gestione delle infrastrutture, gonfiati da diversi fattori: il terreno, le torri, l’alimentazione, il backhaul e la sicurezza. Da qui, dunque, l’intento di Facebook di realizzare miglioramenti architetturali e di design che possano abbassare i costi dell’infrastruttura.

La piattaforma si compone di due sotto-sistemi. Il primo è un’unità di calcolo generica chiamata Gbc (General-baseband computing) e contenente la batteria, il microprocessore, i moduli per la sincronizzazione, sensori, un microcontroller e altri meccanismi di controllo. Il Gbc potrà sfruttare alimentazione PoE (Power over Ethernet), ma anche batterie interne o esterne ed energia solare, e sarà corredato di sensori che ne misureranno i consumi. Il secondo sotto-sistema serve a assicurare connettività radio, integrando anche un'antenna e un front-end. Un apparato OpenCellular può resistere alla violenza del vento, alle temperature estreme e all’umidità, adattandosi a ogni tipo di clima.