06/06/2016 di Redazione

Netapp porta lo storage “agnostico” fino al cloud

L’azienda ha presentato Ontap 9, l’aggiornamento del proprio sistema operativo che dà concretezza all’idea di data fabric. La piattaforma presenta nuove funzionalità per la gestione delle risorse, senza perdere in semplicità e guadagnando anzi un’affidabi

immagine.jpg

Le tecnologie cambiano, ma l’obiettivo a cui tendono le aziende che hanno a che fare con grandi quantità di dati (ormai quasi tutte) è sempre uno: il consolidamento. Un concetto che oggi va oltre il confine del “classico” data center, per approdare sempre di più in cloud e su tipologie di media diversi. Senza considerare il consolidamento verso le piattaforme, che siano soluzioni ingegnerizzate o sistemi white box, oppure verso gli stessi protocolli (blocchi, file, oggetti). La risposta all’esplosione di dati dell’It di oggi si chiama, secondo Netapp, Ontap 9. L’ultimo aggiornamento del sistema operativo di gestione dello storage porta con sé diverse novità, che si basano però su tre pilastri ben presenti nella strategia del vendor statunitense: consolidamento, come detto, a cui si aggiungono semplicità di utilizzo e affidabilità di livello enterprise.

Il primo elemento delle fondamenta necessarie per arrivare a quel “data fabric” che permette di gestire le risorse ovunque esse siano, ossia il consolidamento “2.0”, si spiega nella visione di Netapp con un approccio praticamente agnostico a qualsiasi componente (software e hardware) si trovi alla base di un sistema di storage aziendale.

“L’ambiente può essere caratterizzato da soluzioni ingegnerizzate, come Aff e Fas (Fabric-Attached Storage, ndr); convergenti; di terze parti; software defined; vicino al cloud o direttamente in cloud: non ha importanza, Ontap 9 può intervenire ovunque”, ha spiegato Roberto Patano, senior manager Systems Engineering di Netapp durante la presentazione della nuova release del software.

Ovviamente, considerata anche la tendenza del mercato, il “feeling” maggiore di Ontap 9 è con gli array all-flash, in grado di offrire performance maggiori dei dischi rigidi e a costi sempre minori. Tra parentesi, Netapp ha annunciato l’arrivo di unità a stato solido da 15 TB nei propri sistemi, con l’obiettivo di arrivare a 32 TB entro la fine dell’anno. Ma, ha ripetuto Patano, le ottimizzazioni portate dall’ecosistema si riscontrano su media di qualsiasi genere.

 

Fonte: Netapp

 

Il merito è tutto delle nuove funzionalità che hanno investito anche Ontap Cloud e Ontap Select, con livelli di affidabilità “five nine” (99,999, quindi di grado enterprise) sia in ambito cloud sia nello storage software-defined (Sds). Nel primo caso si ha di fronte una funzionalità che permette di gestire i dati presenti nella stessa region di un cloud service provider, senza rischi di interruzione del servizio anche in caso di problemi con il fornitore di servizi: Netapp è partita con Amazon Web Services S3, ma arriverà presto a includere Microsoft Azure

Ontap Select, invece, offre una soluzione esclusivamente software per la gestione dei dati, sempre di livello enterprise, con possibilità di scalare fino a quattro nodi in orizzontale. Tornando a parlare di media fisici, un’ulteriore ottimizzazione è stata introdotta da Raid-Tec: un nuovo livello di Raid software che consente di supportare la rottura contemporanea di tre dischi senza perdere alcun dato. Una cautela aggiuntiva necessaria proprio quando si utilizzano drive di dimensioni sempre maggiori (come nel caso delle Ssd da 15 TB), per non perdere grandi quantità di dati.

Il nuovo Raid a tripla parità permette di creare group size di 28 unità, ottimizzando così le risorse a disposizione. “E riducendo proprio l’ingombro fisico nei data center”, ha sottolineato Patano. “Accoppiando i drive ad alta capacità e Raid-Tec si può portare una capienza di un petabyte, prima declinata con due rack, a sistemi 8U di cui solo 2U vengono occupate dai dischi e 6U dai controller”.

Le caratteristiche enterprise di Ontap 9 si traducono anche nella tecnologia inline data compaction, che si inserisce dopo la compressione dei dati (ma prima della scrittura fisica sul drive) in modo da riempire il più possibile di informazioni ogni blocco disponibile, abbassando ulteriormente il costo delle unità a stato solido rispetto alla compressione e alla deduplica tradizionali.

“Infine, il terzo pilastro: la semplicità”, ha concluso Patano. “In dieci minuti è oggi possibile approntare una soluzione di storage utilizzando l’interfaccia grafica, definendo anche i singoli ruoli di gestione. La funzionalità di Autosupport da mobile permette di inviare statistiche al centro Netapp, per l’analisi dello stato di salute dei sistemi e delle performance in tempo reale, mentre Cloud Manager dà la visione completa di tutte le risorse utilizzate in cloud per facilitarne eventuali spostamenti”.

 

Fonte: Netapp

 

Sicura della propria offerta e per “incoraggiare” i clienti a utilizzare Ontap 9 su array all-flash, Netapp ha lanciato il programma “FlashAdvantage 3-4-5”: il “tre” indica un aumento delle performance pari a tre volte in termini di Iops rispetto ai sistemi con dischi fissi; il “quattro” corrisponde a un’efficienza, in termini di spazio, della capacità a disposizione grazie anche alle tecnologie di inline compaction; il “cinque” designa invece le modalità per arrivare a un data fabric vero e proprio, che includono le garanzie precedenti e altri vantaggi, come una macchina settata ad hoc senza alcun impegno successivo.

 

ARTICOLI CORRELATI