16/09/2019 di Redazione

Nuova Europa: sulla Web tax non bisogna aspettare gli altri

Il nuovo Commissario europeo per gli affari economici e monetari, Paolo Gentiloni, ha annunciato che l’Ue proporrà una legge sulla tassazione delle grandi imprese digitali, anche in assenza di un accordo con i Paesi del G20.

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Una Web tax solamente europea è meglio del fantasma di una Web tax mondiale troppo difficile o impossibile da concretizzare. Paolo Gentiloni sembra scegliere la via del realismo e della fattibilità in merito alla proposta di una legge sulla tassazione delle grandi imprese digitali, di cui si discute da tempo senza però essere giunti a elaborare un’azione europea comune. Nel frattempo L’Italia ha già adottato una normativa nazionale che impone alle società tecnologiche di grandi dimensioni (da oltre 750 milioni di euro di fatturato globale) una tassa al 3% sui profitti derivati dalla vendita di servizi digitali e advertising nello Stivale. E lo stesso ha fatto la Francia. 

Le singole iniziative permetteranno all’Italia e alla Francia di recuperare, presumibilmente, qualche centinaio di milioni di euro all’anno di introiti fiscali. Ma resta irrisolta l’ambizione di definire su scala internazionale una politica fiscale coerente per le grandi aziende digitali, come Google, Facebook, Amazon, Apple, Netflix.

Sembra di intuire che Gentiloni voglia riprendere il filo del discorso, anche in modo pragmatico. Intervistato da La Stampa, il nuovo Commissario europeo per gli affari economici e monetari (carica che assumerà formalmente da novembre) ha dato qualche indicazione sulle strategie che intenderà seguire, parlando di economia, occupazione e immigrazione ma facendo accenno anche alla Web tax. A suo dire, bisognerà innanzitutto verificare  “la possibilità di una Web tax in ambito Ocse/G20, ovvero globale, che sarebbe la soluzione più efficace”, da definire entro l’anno prossimo. Tuttavia, ha detto Gentiloni, “se non sarà possibile allora la missione sarà di proporre una Web tax europea”. 

Dunque trovare un accordo più ampio, che coinvolga i 35 Paesi membri dell’Ocse, è l’obiettivo più desiderabile ma, se irrealistico nel breve termine, non dovrà rallentare l’adozione di una Web tax europea. “La distinzione è chiara", ha precisato Gentiloni, "non abbiamo preclusioni su una tassazione dei giganti del Web a livello globale ma non siamo disponibili, in sua assenza, a non decidere come Ue”.

 

 

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