Non solo infrastruttura per data center, non solo servizi cloud (di infrastruttura, piattaforma e software): Oracle adesso ha anche una piattaforma dati per l’intelligenza artificiale. La nuova AI Data Platform è però solo uno dei numerosi annunci di prodotto e strategia giunti da Las Vegas, dove è in corso la conferenza annuale “Oracle AI World”. La società fondata da Larry Ellison ha anche presentatp nuove funzionalità di rete cloud, un modello di consumo “trasversale” ai cloud della concorrenza, un supercomputer basato su componenti Nvidia, una nuova release di Oracle AI Database e altro ancora. Andiamo per ordine.
La Oracle AI Data Platform promette di velocizzare i progetti di intelligenza artificiale generativa delle aziende, collegando tra loro dati, applicazioni e processi. Rendendo automatiche azioni come l’acquisizione dei dati, l’arricchimento semantico e l’indicizzazione vettoriale, la piattaforma semplifica il passaggio dai dati “grezzi” a informazioni utilizzabili dalle applicazioni di AI in produzione. Alla base ci sono le tecnologie infrastrutturali e applicative di Oracle Cloud Infrastructure (Oci), Autonomous AI Database e Oci Generative AI service. L’utilizzo delle Gpu di Nvidia completa l’assetto a misura di intelligenza artificiale.
Altro annuncio riguarda le funzionalità di networking cloud che debuttano all’interno di Oracle Acceleron, la suite di software e architettura di rete di Oracle Cloud Infrastructure. Le novità riducono la latenza tra gli host, aumentano l'affidabilità e accelerano il trasferimento dati.
Il cloud è un gioco di squadra
Oracle ha da tempo avviato un percorso, chiamiamolo così, di “interoperabilità tecnologica e commerciale” o di "ecosistema cloud" con i principali fornitori hyperscaler, cioè Amazon Web Services, Microsoft Azure e Google Cloud. Tutto è cominciato due anni fa con la scelta di portare i servizi di database di Oracle su Azure, strategia poi estesa qualche mese dopo anche a Google Cloud.
Ora il percorso prosegue e si consolida. A Las Vegas è stata annunciata l’espansione delle soluzioni Oracle Database disponibili su Aws, Azure e Google Cloud. Sono stati introdotti nuovi servizi e funzionalità di intelligenza artificiale, ma anche nuove “regioni cloud” e nuovi programmi partner che semplificano l’acquisto e la gestione tramite diversi canali.
Nello specifico, Oracle Database@AWS ora supporta Oracle Autonomous AI Lakehouse, Oracle Zero Data Loss Autonomous Recovery Service e Terraform. Oracle Database@Azure, invece, introduce i nuovi servizi Oracle AI Database, Oracle Autonomous AI Lakehouse e un nuovo programma partner. Oracle Database@Google Cloud, infine, introduce nuovi servizi come Oracle AI Database, cloud region aggiuntive e un partner program. Su Google Cloud sono ora disponibili Oracle Autonomous AI Lakehouse, Oracle Exadata Database Service on Exascale Infrastructure e Oracle Base Database Service.
In questo stesso filone di collaborazione tra concorrenti si colloca anche la novità dei Multicloud Universal Credits, un modello di consumo “cross-cloud” che prevede termini contrattuali flessibili e coerenti per diversi servizi di differenti fornitori. In pratica, con una licenza Multicloud Universal Credits è possibile accedere ai servizi Oracle AI Database e Oracle Cloud Infrastructure indifferentemente su Aws, Microsoft Azure o Google Cloud, in base alle proprie esigenze di costi e di collocazione geografica dei dati. Il tutto, nel rispetto delle policy dei marketplace dei diversi fornitori.
Un cloud di tutt’altro genere, ma pur sempre un cloud, è quello che Oracle permette di creare con la nuova Oci Dedicated Region25. Si tratta di una soluzione con infrastruttura modulare che permette alle aziende di implementare, in poche settimane e con spazi limitati (si parte da soli tre rack), l’intera gamma di servizi Oci nel proprio data center. Per dirla con le parole di Oracle, questa soluzione “consente a enti pubblici e privati di sfruttare un cloud sovrano e di livello enterprise, accelerando l’innovazione e l’adozione di nuovi modelli di business anche per realtà con vincoli di spazio, tempo o regolamentari”.
Un “supercervello” distribuito per OpenAI
L’azienda di Redwood ha anche presentato Oracle Cloud Infrastructure Zettascale10 Cluster, definito come “il più grande supercomputer AI nel cloud”: si tratta del sistema di calcolo inserito nel data center che OpenAI sta realizzando in Texas, ad Abilene, nell’ambito del progetto Stargate. L’infrastruttura arriverà a ospitare oltre 450mila Gpu Nvidia.
Basato proprio su Gpu di Nvidia AI, oltre che sulla nuova architettura di rete Oracle Acceleron RoCE e, appunto, il sistema è pensato per sostenere i carichi di lavoro di intelligenza artificiale che richiedono una forte scalabilità e potenze multi‑gigawatt. Oci Zettascale10 è un ”supercervello” distribuito nel cloud: collega centinaia di migliaia di Gpu Nvidia sparse tra diversi data center, formando cluster multi-gigawatt in grado di offrire fino a 16 zettaFLOPS di prestazioni di picco. Un traguardo senza precedenti, rimarca Oracle.
Altre caratteristiche distintive, così descritte da Oracle, sono la “scalabilità senza precedenti”, la “latenza Gpu-Gpu estremamente ridotta”, il “miglior rapporto prestazioni-prezzo sul mercato”, la maggiore efficienza dei cluster e l’affidabilità necessaria per supportare i carichi di lavoro AI su larga scala.
Sempre a proposito di supercluster di calcolo, prosegue anche la collaborazione con Amd, oltre che con Nvidia. Oracle sarà il primo hyperscaler a offrire un supercluster AI pubblico basato su 50mila Gpu Amd Instinct MI450 Series: sarà disponibile a partire dal terzo trimestre 2026, con ulteriori espansioni previste negli anni successivi. Quella tra le due aziende è un partnership già avviata nel 2024 con il debutto sulla Oracle Cloud Infrastructure di istanze di calcolo basate sulle unità di elaborazione grafica Amd Instinct MI300X; a queste si affiancheranno prossimamente, in disponibilità generale, le Instinct MI355X.
Dai database ai data lakehouse
Gli annunci di Las Vegas proseguono con novità di prodotto più immediatamente vicine alle aziende. La prima è Oracle AI Database 26ai, nuovo rilascio del database di punta Oracle: in questa release, “l’intelligenza artificiale viene integrata nell’architettura stessa per gestire in modo fluido tutti i principali tipi di dati e carichi di lavoro”, ha spiegato la società di Redwood.
C’è poi il nuovo Oracle Autonomous AI Lakehouse, che supporta il formato open table Apache Iceberg per consentire di utilizzare l’AI Database anche per i dati conservati nei data lake. Autonomous AI Lakehouse è disponibile, oltre che su Oci, anche su Aws, Azure, Google Cloud ed Exadata Cloud@Customer. Altra novità è Autonomous AI Database Catalog, che unifica dati e metadati aziendali provenienti da diversi cataloghi e piattaforme, semplificando così la scoperta e l’accesso alle informazioni. Una sorta di “catalogo dei cataloghi”.
A tutta intelligenza artificiale
L’intelligenza artificiale è presente, in un modo o nell’altro, come funzionalità o come scopo, un po’ in tutte le novità descritte finora. Inoltre è l’elemento centrale di alcune novità software appena annunciate. La prima è AI Assistant, un chatbot integrato in Oracle Analytics, che aiuta ad analizzare i dati aziendali: comprende il linguaggio naturale e fornisce risposte contestuali.
Oltre all’AI Assistant, in Oracle Fusion Data Intelligence debuttano altre funzionalità basate sull’intelligenza artificiale. Sono ora disponibili nuovi strumenti per l’analisi dei dati basata su AI all’interno della suite delle Fusion Cloud Applications, che include applicazioni Erp, gestione del capitale umano, Enterprise Performance Management e gestione della customer experience.
Per accelerare l’adozione dell’intelligenza artificiale nelle aziende, debutta, infine Oracle AI Factory: un insieme di servizi di supporto e accelerazione dei progetti, rivolti ai partner di canale e alle aziende utenti finali. Tutto il carico di annunci svelati a Las Vegas si aggiunge alle anticipazioni dei giorni scorsi sulle novità di Agentic AI in formula Software as-a-Service.