La grande novità, quasi epocale, dei sistemi Oracle Exadata X10M è indubbiamente rappresentata dall’architettura, non più basata su Intel come nei modelli precedenti, bensì sui processori Amd Epyc di quarta generazione. Sembrano averne beneficiato le prestazioni, indicate dal costruttore tre volte più rilevanti rispetto alla generazione X9M.
Al di là degli aspetti tecnologici, tuttavia, appare opportuno sottolineare come anche la database machine per eccellenza del mondo Oracle sia ormai perfettamente allineata al modello di fruizione eclettico che caratterizza tutta l’offerta: “Non possiamo trascurare l’installato e le necessità dei clienti che ancora lavorano on premise, ma ormai questa è la quinta versione disponibile anche in modalità cloud@customer e poi c’è anche qui la possibilità di fruire di un puro servizio con l’appoggio alla Oracle Cloud Infrstructure”, spiega Riccardo Iommi, cloud systems solution engineering manager di Oracle Italia.
Anche i clienti hanno capito l’importanza della flessibilità di scelta, soprattutto nella formula cloud@customer, di fatto equivalente a un private cloud, che porta all’installazione del sistema presso i data center delle aziende, per poi gestirne l’impiego in modalità pay-per-use. Hanno scelto questa via, in Italia, realtà come Intesa SanPaolo, Università di Palermo e La Sapienza di Roma: “Ci sono interi comparti non ancora pronti al passaggio al cloud pubblico, come banche e molta Pa, soprattutto per requisiti di sicurezza e compliance. La nostra proposta risolve i loro dubbi e aggiunge efficienza”, commenta Riccardo Romani, director presales cloud systems di Oracle South Emea. Ma resta vivo il fronte on-premise, scelta primaria di soggetti come Gruppo Hera.
Com’è noto agli habitué dei database system, Exadata si compone di tre elementi portanti, ovvero i server dei database ottimizzati per il calcolo, lo storage e gli switch che collegano tutto. I primi ospitano 96 core per socket (192 in totale per server) ed è qui che si registra il salto prestazionale rispetto alla precedente versione X9M. Grazie all’altra primizia dell’integrazione di memorie Ddr5, anche la capacità è aumentata fino a 3 Tb. Anche lo storage integra una variante a 32 core della serie Amd Epyc Genoa, raddoppiando così il numero di core per server.