La riduzione dell'organico, come anticipato dalle indiscrezioni del quotidiano giapponese Nikkei, interesserà entro i prossimi due anni circa il 5% degli attuali 367mila addetti della multinazionale. I tagli sarebbero localizzati in particolare fuori dal
Una ristrutturazione imponente, la più grande mai compiuta - per numero
di addetti interessati - da un’azienda manifatturiera nipponica.
Panasonic, che ha già sacrificato circa 15mila addetti in
relazione alla crisi economica del 2008-2009, ha annunciato che ridurrà il suo organico
su scala globale di ulteriori 17mila unità entro marzo 2013.
Il taglio è finalizzato a portare l'organico a 350mila addetti, rispetto ai 380mila di inizio 2008, e ai 367mila attuali, e stando alle indiscrezioni riportare dal quotidiano nipponico Nikkei, riguarderà soprattutto le sedi extra Giappone.
ll costo per portare a termine il piano di esuberi è stimato nell’ordine dei 160 miliardi di yen (circa 1,3 miliardi di euro) ed è stato giustificato con la necessità di razionalizzare le risorse complessive del Gruppo dopo le operazioni (del 2010) attraverso le quali la compagnia ha rilevato - spendendo 664 miliardi di yen, oltre 8,1 miliardi di dollari – gli asset di Panasonic Electric Works e di Sanyo Electric.
La chiusura dell’esercizio fiscale, di cui sono stati annunciati stamane i risultati, è stata comunque positiva: dal rosso di bilancio dell’anno precedente, Panasonic ha infatti registrato utili per 74 miliardi di yen (oltre 64°0 milioni di euro) e un fatturato in crescita del 17,2% a 8,7 miliardi di yen (oltre 75 miliardi di euro).