Red Hat integra macchine virtuali e container in OpenShift
La nuova versione 4.7 della piattaforma intende aiutare le aziende a gestire l'insieme dello stack applicativo in cloud.
Pubblicato il 26 febbraio 2021 da Redazione

Kubernetes si sta definitivamente affermando come tecnologia per la gestione dei container. Tuttavia, anche se questo modo di intendere l'infrastruttura software sta ottenendo popolarità crescente, è ancora abbastanza comune trovare applicazioni in azienda che girano su macchine virtuali.
La sintesi evolutiva ideale sarebbe rappresentata dall'utilizzo di Kubernetes per orchestrare sia i container che le Vm. Questa è una delle principali caratteristiche della nuova versione 4.7 di Red Hat OpenShift, che sfrutta la propria distribuzione Kubernetes per consentire la gestione delle tradizionali applicazioni critiche e di quelle nuove nativamente cloud.
La novità Migration Toolkit for Virtualization (Mtv) consente di migrare in modo semplificato macchine virtuali nell'ambiente Red Hat OpenShift Virtualization. Essa consente anche agli sviluppatori di accedere a macchine virtuali legacy di OpenShift. le migrazioni vengono eseguite in pochi passi, fornendo inizialmente le credenziali di origine destinazione, Poi mappando l'infrastruttura di origine e destinazione, creando un piano operativo dettagliato e, infine, eseguendo la migrazione.
Mtv sarà disponibile nel corso dell'anno e comprenderà capacità estese per ridurre ancora i tempi di fermo, diminuire i rischi e ottimizzare la riuscita globale del progetto. Le funzionalità comprenderanno controlli preimpostati alla migrazione per rilevare eventuali problemi di compatibilità, una funzione migliorata di copia dei dati e capacità di automazione più estese, eliminando la necessità di eseguire diversi compiti manuali durante il passaggio.
OpenShift 4.7 estende anche il supporto dei container Windows su vSphere utilizzando l'Installer Provided Infrastructure. Questo consente alle organizzazioni di trasferire container Windows verso OpenShift, a prescindere da dove si trovino e senza dover riorganizzare completamente l'architettura o scrivere nuovo codice.
Infine, l'ultimo aggiornamento di Red Hat introduce anche la technology preview di GitOps, che utilizza il sistema di controllo della versione Git come fonte unica di verità per le infrastrutture e le applicazioni dichiarative. Con questa funzione, gli agenti software possono sorvegliare tutte le divergenze tra il codice Git e ciò che realmente gira sui cluster Kubernetes. In presenza di differenze, gli aggiornamenti sono automatici e si può arrivare alla cancellazione del cluster.
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