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Samsung pronostica per chip e componenti una crescita del 9%

La società sudcoreana si attende un miglioramento dei ricavi per la divisione che fabbrica semiconduttori e altri componenti. Foxconn, al contrario, prospetta un calo del 3%.

Pubblicato il 16 marzo 2022 da Valentina Bernocco

Per quest'anno, Samsung ha grandi aspettative sui semiconduttori e sull’attività di produzione di componenti. Riporta Reuters che all’annuale incontro con gli azionisti il nuovo co-amministratore delegato Kyung Kye-hyun ha comunicato che i ricavi della divisione chip e componenti cresceranno del 9% rispetto ai valori del 2021, grazie a una persistente domanda e alla capacità di Samsung di rispondere con adeguati livelli di offerta. L’azienda, che è uno tra i princiali produttori mondiali di memorie, cercherà nei prossimi mesi di incrementare la capacità produttiva, come d’altra parte stanno tentando di fare tutti i grandi operatori della supply chain tecnologica (a partire da Intel).

 

A questo stesso fine, lo scorso novembre era stato annunciato da Samsung un investimento di 17 miliardi di dollari finalizzato a realizzare in Texas un nuovo impianto produttivo. Ora, davanti agli azionisti, Kyung ha spiegato che l'azienda punterà a migliorare i margini di profitto e allo stesso tempo cercherà di ottimizzare i processi di produzione di massa già in corso, sfruttando al massimo la capacità delle fabbriche. Inoltre Samsung proverà a ridurre i tempi di fornitura per i chip fabbricati su ordinazione, come quelli destinati ad attività di supercalcolo (high performance computing) e di intelligenza artificiale.

 

Per quanto riguarda la tecnologia di processo a 5 nanometri, l’amministratore delegato ha ammesso che la fase di avvio ha richiesto più tempo del previsto, ma ora le operazioni procedono con graduale miglioramento. “Man mano che il processo diventa più sofisticato”, ha detto Kyung, “la complessità cresce, e la fabbricazione di chip a 5 nanometri o meno su avvicina al limite fisico dei dispositivi semiconduttori”.

 

Sullo sfondo resta lo scenario del chip crunch, che ha dominato le dinamiche di domanda e offerta degli ultimi due anni e che oggi, con la crisi militare e geopolitica in corso, si intreccia con le ulteriori (e ben più gravi) preoccupazioni sull’accesso alle materie prime. Nel 2020 e 2021 in alcuni mercati, come quello dei semiconduttori destinati ai server, ai Pc e alle automobili, la crescita della domanda ha causato un rialzo dei prezzi dei componenti. Un rialzo da cui i fornitori a monte della catena, tra cui la stessa Samsung, hanno tratto vantaggio.

In altri settori, come quello degli smartphone, oggi la domanda è in calo e d’altra parte la macchina produttiva è ripartita a intermittenza. Foxconn, uno tra i più grandi produttori per conto terzi (meglio noto per essere la manovalanza che consente a Apple di marchiare i suoi iPhone) ha appena comunicato di attendersi un declino del 3% nei ricavi di quest’anno, e si tratterebbe della prima flessione registrata in sei anni. 

 

 

 
Tag: samsung, chip, foxconn, chip crunch

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