28/04/2023 di Redazione

Semiconduttori tra crisi (passeggere e non) e nuovi nazionalismi

Per quest’anno Gartner prevede un giro d’affari in calo dell’11,2%, causato da un eccesso di offerta e dal calo dei prezzi. Fra ribaltamenti attesi e sfide di lungo periodo, i chip diventano anche un bene nazionale.

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Un ribaltamento: dopo più di due anni di penuria d’offerta ed eccesso di domanda (fenomeno ribattezzato chip crunch), ora il mercato dei semiconduttori si ritrova nella situazione opposta. Colpa della corsa all’incremento di produzione compiuta da chi opera nel settore, e non poteva prevedere nel 2020 che due anni dopo avremmo avuto una crisi geopolitica con conseguente nuova crisi economica mondiale. Secondo le ultime stime di Gartner, il giro d’affari dei semiconduttori calerà quest’anno dell’11,2% rispetto ai 599,6 miliardi di dollari movimentati nel 2022 (dato a crescita piatta rispetto al 2021). La cifra prevista per quest’anno è dunque di 532 miliardi di dollari.

“I venti contrari dell’economia persistono”, ha commentato Richard Gordon, practice vice president di Gartner, “dunque la debole domanda degli utenti finali per i beni elettronici si sta allargando dai consumatori alle aziende, creando un contesto incerto per gli investimenti. Inoltre quest’anno il declino del mercato sarà accelerato dall’eccesso di fornitura di chip che sta aumentando le scorte e sta facendo calare i prezzi”.

Gli alti e bassi di domanda e prezzi
Le richieste di semiconduttori da destinare a Pc, tablet e smartphone sono “stagnanti”, afferma Gartner, e quest’anno questi tre segmenti sommati tra loro rappresenteranno solo il 31% del giro d’affari del mercato, per un totale di 167,6 miliardi di dollari. Uno tra i crolli peggiori sarà quello delle memorie, per cui si prevede un giro d’affari di 92,3 miliardi di dollari e un delta negativo del 35,5% rispetto ai ricavi del 2023. Tuttavia per questa categoria di prodotto la crisi sarà passeggera: Gartner prefigura un rimbalzo di domanda e soprattutto di prezzi, che porterà le vendite a crescere del 70% già l’anno prossimo.

Il giro d’affari delle Dram calerà quest’anno di quasi il 40%, raccogliendo 47,6 miliardi di dollari, ma anche in questo caso gli analisti prevedono una importante impennata dei prezzi (di quasi l’89%) nel 2024, quando la domanda supererà nuovamente l’offerta. Una dinamica simile è prevista per le componenti Nand: ricavi in calo di quasi il 33% nel 2023 (38,9 miliardi di dollari) e rimbalzo dei prezzi, con conseguente risalita del giro d’affari di oltre il 60% nel 2024.

 

 


Sfide di lungo periodo
Dunque per alcune categorie di prodotto la crisi sarà passeggera, e tuttavia nel mercato dei semiconduttori persisteranno “sfide di lungo periodo, nel decennio a venire”, ha sottolineato Gordon. I fattori di spinta che hanno funzionato negli ultimi dieci anni (e in particolare la domanda di Pc, tablet e smartphone) smetteranno di alimentare le vendite, in un mercato dove “l’innovazione tecnologica latita”, ha detto l’analista.

In aggiunta a tutto questo, è ormai anche cambiato lo scenario della produzione e del commercio di semiconduttori. Il covid e le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina hanno favorito tendenze di de-globalizzazione e l’ascesa di un nazionalismo tecnologico. “I semiconduttori oggi vengono visti come una questione di sicurezza nazionale”, ha commentato Gordon. “I governi di tutto il mondo si inerpicano per raggiungere l’autosufficienza nella catena di fornitura di semiconduttori e beni elettronici. Questo alimenta le iniziative di incentivo all’onshoring in giro per il mondo”.

A conferma dell’analisi di Gartner ci sono i due Chips Act, quello statunitense e quello europeo, varati per finanziare con decine di milioni di euro (o dollari), negli States e in Unione Europea, l’ampliamento della capacità produttiva e le attività di ricerca&sviluppo. McKinsey fa  notare che il Dipartimento della Difesa statunitense sta spendendo miliardi di dollari l’anno per la ricerca&sviluppo e il testing di semiconduttori destinati sia a uso civile e commerciale, sia a uso militare. 

 

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