19/02/2015 di Redazione

Sensori e servizi nel futuro di Sony, addio ad audio e video

L’azienda giapponese ha annunciato l’intenzione di focalizzarsi sulle quattro aree più profittevoli del business: il PlayStation Network, il sensori Cmos, l’offerta di musica e film in streaming. Obiettivo: moltiplicare per venti i profitti operativi da q

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Per dirigersi verso un futuro radioso, qualche addio va affrontato. Così si prepara a fare Sony, annunciando l’intenzione di scorporare i business dell’audio e del video, affidandoli a società separate, a partire dall'autunno prossimo. Dopo l’abbandono dei computer Vaio, il colosso giapponese accorcerà ulteriormente il proprio raggio d’azione per concentrarsi sulle attività più profittevoli: ovvero sul gaming del PlayStation Network, sui contenuti digitali (musica e video in streaming) e sui sensori fotografici Cmos.

Più precisamente, come recita il report agli investitori pubblicato ieri, “Sony individua i Devices, i servizi di Game & Network, Pictures e Music come i segmenti che traineranno la crescita dei profitti nei prossimi tre anni”. L’azienda “implementerà misure di crescita e coinvolgerà aggressivi investimenti di capitale in queste aree, con l’obiettivo di espandere sia le vendite sia i profitti”. Con questa strategia (ed è qui che si inserisce il “futuro radioso”), l’azienda punta a far decollare, anzi esplodere il business nel medio periodo.

La previsione, diffusa nel medesimo report, è quella di salire dai 26,5 miliardi di yen (meno di 200 milioni di euro) di profitto operativo dell’ultimo anno fiscale ai 500 miliardi di yen (circa 3,7 miliardi di euro) previsti per l’anno fiscale 2017. Il che sarà possibile non solo con la crescita delle quattro aree menzionate, ma anche con alcuni tagli di costo nelle divisioni meno profittevoli. “I sensori d’immagine, i giochi, la musica e il cinema diventeranno il motore della crescita dei ricavi e dei profitti", ha detto l’amministratore delegato, Kazuo Hirai, in una conferenza stampa a Tokyo. Ammettendo poi, in risposta alla domanda di un giornalista sui settori dei prodotti audio e televisori, di “non voler escludere di cominciare a pensare a una exit strategy dai settori non profittevoli”.

Sony potrebbe dunque dire addio al suo marchio storico e forse più simbolico, Walkman, senza però pensionare la produzione di accessori e lettori musicali. Sia la divisione audio sia quella relativa ai televisori potrebbero essere scorporate e diventare società autonome a partire dal prossimo ottobre.

 

 

Nel mezzo, fra le aree profittevoli e quelle stagnanti, la divisione mobile vivacchia. Nonostante l’alta qualità dei suoi prodotti e nonostante le intenzioni (solo tre anni fa, all’aba della nomina di Hirai nel ruolo di Ceo, gli smartphone erano stati definiti una priorità strategica), Sony ridurrà l’impegno e gli investimenti sui suoi Xperia e sugli altri modelli. Ufficialmente, l’azienda ha riconosciuto la difficoltà a farsi largo in un mercato “caratterizzato da elevata volatilità e da uno scenario competitivo arduo” e ha annunciato che “il contenimento del rischio e la salvaguardia dei profitti saranno una priorità massima”.

La nuova strategia, complessivamente, segna un nuovo cambio di direzione e un’accelerata verso i servizi e contenuti digitali (gaming, musica e film in streaming) a discapito di alcuni prodotti hardware (tv, audio, smartphone). Una strategia che evidentemente è piaciuta agli investitori, dato che il titolo Sony è cresciuto del 5% raggiungendo i 28,02 dollari.

 

 

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